Il Presidente della Biennale di Venezia, Davide Croff, e il Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Marco Müller, hanno applaudito a Los Angeles, in platea al Kodak Theater, il regista Ang Lee, primo Leone d’oro nella storia della Mostra di Venezia a vincere con lo stesso film, Brokeback Mountain, l’Oscar per la miglior regia. Hanno applaudito altresì Rachel Weisz, Oscar come migliore attrice non protagonista per The Constant Gardener di Fernando Meirelles, anche questo titolo in concorso al Lido alla 62. Mostra.
L’importante serie di riconoscimenti di Brokeback Mountain – che in gennaio ha ottenuto anche 4 Golden Globes, e che ieri si è aggiudicato, oltre alle statuette per la sceneggiatura non originale e per la colonna sonora, anche l’Independent Spirit Award, l’Oscar del cinema indipendente, come miglior film – è iniziata con la partecipazione in concorso a Venezia, nello scorso settembre, e con la vittoria del Leone d’oro assegnatogli dalla giuria della 62. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica presieduta da Dante Ferretti, ottenuta dopo gli entusiasti, immediati consensi di critica e pubblico al Lido.
“Siamo felici di rinnovare i nostri complimenti all’amico Ang Lee – hanno commentato il Presidente Davide Croff e il Direttore della Mostra Marco Müller, fra i primi a congratularsi col regista dopo la cerimonia – È la prima volta che un regista Leone d’oro di Venezia vince tanti premi nel mondo fino all’Oscar per la miglior regia, e questo è un risultato che onora noi e questa Mostra. La vittoria di Ang Lee è un riconoscimento anche per Venezia, che è stata capace di intercettare in anticipo la più recente evoluzione del cinema americano, rivelandosi ancora una volta laboratorio dei più importanti sviluppi del linguaggio cinematografico. La Mostra oggi si conferma, dopo i numerosi riconoscimenti ottenuti quest’anno anche dai film di George Clooney, Fernando Meirelles, Isabel Coixet, Philippe Garrel e Philip Gröning, e dopo l’Oscar 2005 per il miglior film straniero a Mar adentro di Alejandro Amenábar, un vero trampolino di lancio internazionale. Stiamo già lavorando per far sì che i film della prossima edizione ottengano la stessa visibilità. Venezia è una manifestazione unica per ricchezza di storia, capacità di ricerca, incredibili potenzialità. Sarebbe per tutti un peccato, non continuare a scommettere sul Leone”. Forte rammarico, da parte di Croff e Müller, è stato comunque espresso sulla mancata vittoria di La bestia nel cuore di Cristina Comencini: “Un vero peccato, ma in ogni caso, anche grazie a Venezia, il cinema italiano si è riaffacciato dopo diversi anni sulla platea del Kodak Theater”.