Concorso
Dieci anni dopo la prematura morte del marito, la bella Anna (Nicole Kidman)sta per risposarsi con Joseph. Ma proprio alla vigilia delle nozze, un misterioso ragazzino compare nella vita dei fidanzati. Si chiama Sean, proprio come il defunto marito di Anna, e dice di esserne la reincarnazione…
Gli esordi cinematigrafici di Jonathan Glazer risalgono al 1993 quando lavora con il produttore Nick Morris presso l’Academy Commercials di Londra, dove produce tre cortometraggi prima di dirigere, negli anni novanta, numerosi spot pubblicitari e video musicali, tra cui quelli per Massive Attack, Blur, Radiohead e Jamiroquai. Il suo primo lungometraggio, Sexy Beast, con Ben Kingsley e Ray Winstone, è stato presentato ai festival del cinema di Londra, Toronto e San Sebastián.
Il film, in gara per il Leone d’Oro, risponde in pieno alle caratteristiche del genere melodrammatico, il cui modello narrativo caratteristico nasce da un impedimento amoroso. In particolare, i toni della pellicola risultano essere ‘altomimetici’ con soluzioni che avvengono ad un livello ‘straordinario’ e non nel quotidiano in contrapposizione alla commedia che ha un riferimento diretto con l’immaginario collettivo e alla realtà di tutti i giorni. Glazer è bravo nel creare un mondo che è nello stesso tempo strano e familiare.
Molti i passaggi in cui la narrazione non ha, o, sembra non avere delle
vie di uscita tali da soddisfare la coerenza del percorso della trama. In
particolare, è la chiusura che rischia di gettare nel panico lo spettatore avido di capire fino in fondo le crisi emotive di Anna e il mistero legato all’ipotetica reincarnazione del marito morto in un bambino di appena dodici anni.
Uno degli atteggiamenti ricorrenti dei registi dei film presenti a questa
Mostra è quello di evitare di dare delle risposte unilaterali. Il loro approccio sembra essere quello di cercare e formulare delle domande. Letto in questa chiave, il film appare decisamente più credibile e coerente rispetto ad una veloce e sommaria interpretazione. Il personaggio femminile interpretato da Nicole Kidman appare, soprattutto nella prima parte, dotato di una lucidità e freddezza disarmanti. Solo più avanti si capisce che il ritratto è quello di una donna condotta alla pazzia dall’amore.
La fotografia è uno degli elementi-chiave. I colori degli interni e degli
esterni decisamente pallidi, quasi diafani, contribuiscono ad aumentare
un’atmosfera incerta, di difficile soluzione.
La Kidman conferma la sua complessità attoriale in una scena chiave del
film. Un primo piano fisso del suo volto della durata di circa 2 minuti
testimonia, attraverso un continuo stravolgimento espressivo, un disagio
interno illuminante ai fini della comprensione del suo personaggio.
Titolo originale: Birth
Nazione: U.S.A.
Anno: 2003
Genere: Drammatico
Durata: 100′
Regia: Jonathan Glazer
Sito ufficiale: www.birthmovie.com
Cast: Nicole Kidman, Lauren Bacall, Anne Heche, Danny Huston, Cameron Bright, Arliss Howard
Produzione: Lizie Gower, Nick Morris, Jean-Louis Piel, Wang Wei
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: Venezia 2004 –
17 Dicembre 2004