Storie di vita del personale e dei clienti di un bar di Hong Kong: una commedia piacevole e ritmata che strizza l’occhio, anche nello stile e nei colori, al Wong Kar-Wai di “Hong Kong Express”.
Cocktail è lo spaccato di vita del personale e degli avventori di un bar di Hong Kong: storie che si intrecciano attorno a un bancone tra un cocktail e l’altro.
Paul Yip (Endy Chow), che ha lasciato la scuola e una triste situazione familiare dopo la morte del padre alcolizzato, inizia a lavorare come barista all’Heaven/Hell; e ben presto, pur non bevendo alcolici, impara a creare cocktail che si adattano agli umori della clientela. Insieme alla vivace collega Stella (Race Wong) e alla malinconica proprietaria Candy (Candy Lo), ogni sera il ragazzo vede andare e venire un’umanità buffa e variegata.
I frammenti di vita dei diversi personaggi si intrecciano e si incastrano nella narrazione, andando a costituire una comunità articolata e vitale. Ai due registi (esordiente Longisland So) va soprattutto il merito di incastrare sapientemente i vari pezzi di questo puzzle, ma non convincono invece quando si concentrano sulla backstory di Paul, tratteggiando un quadro piuttosto banale, poco sentito e retorico.
Il tutto attraverso uno stile ormai abusato, quello da videoclip fatto di rapide accelerate e ralenti, tendenza che rimanda al Wong Kar-Wai di Hong Kong Express, del quale Cocktail riprende anche la frammentazione del tempo della storia.
Storie di vita alcoliche e malinconiche illuminate, come in Wong Kar Wai, da luci al neon, ma prive dell’intensità e dell’efficacia che rendono unico il cinema del maestro di Hong Kong.
Regia: Herman Yau e Longisland So.
Anno: 2006.
Durata: 90’.
Cast: Endy Chow, Race Wong, Candy Lo