“COL CAVOLO” DI Luciana Littizzetto

Sorridere della quotidianità


Luciana Littizzetto con umorismo pungente riesce a cogliere gli aspetti più comici e spontanei del quotidiano; con arguta ironia non risparmia alcun difetto e vizio dei rapporti sentimentali e d’amicizia, svelandoci così una società tanto superficiale quanto graziosamente buffa.

A chiunque sarà capitato, leggendo qualche pagina scritta da questa autrice, di chiedersi come sia possibile che riesca a rendere divertenti tutte quelle piccole situazioni che giornalmente ci paiono così irritanti.
Infatti il lettore, dopo aver “studiato” un suo libro, si ritrova immancabilmente a scrutare nel proprio partner una conferma delle descrizioni lette e, sorridendo, constata che, in fin dei conti, quei lievi atteggiamenti così odiati possono avere delle sfumature un po’ ridicole.
“Col cavolo” rispecchia sorprendentemente la realtà ed affronta con schietta ironia diverse tematiche: l’amicizia, la moda, la famiglia, la dieta, le vacanze estive…
Spesso compare la figura di Molly, una stravagante ragazza che alterna momenti di puro orgoglio da single ad altri, molto più numerosi, in cui colleziona svariati prototipi di fidanzati, riuscendo a sperimentarne di ogni tipo: dal compagno delle superiori ai quaglia-men, dal classico bravo ragazzo a un tunisino con cui progetta di aprire un chioschetto di cucina tunisino-piemontese chiamato “Mangè bin al magrebin”.

Sulle questioni amorose Luciana Littizzetto fornisce utili consigli: “Quando si lascia un uomo bisogna utilizzare la stessa tecnica della ceretta. Ho scoperto di avere addosso un amore peloso? Bon, lo tolgo. Ma in modo drastico, alla radice. Non è che sto lì col rasoio, pian piano, tric tric, convinta che faccia meno male. I fidanzati sono come i peli. Se non li diserbi in maniera definitiva, se li gratti via dolcemente col Mac tre, ritornano. Rispuntano. Prima piano piano, poi si fan più tosti e nel giro di quindici giorni sei da capo. Invece no. Strappo. Strac…che male. Un colpo solo. Dolorosissimo. Intenso ma più breve”.
Il binomio uomo-pelo ricorre spesso in quest’opera; infatti, parlando della presenza del consorte tra le mura domestiche, scrive: “Gli uomini in casa sono come i peli in bocca: danno noia…fanno più veloci a sciogliersi i ghiacci perenni del Kilimangiaro che i mariti ad imparare a piegare le lenzuola”.

“Col cavolo” riesce a far sorridere in qualsiasi contesto, è una vera terapia contro “l’umor nero”, poiché sa risollevare gli animi anche durante quelle giornate uggiose in cui l’alternativa più allettante è subire un programma televisivo pomeridiano.
Neanche la televisione si salva dagli attacchi dell’autrice; in particolare parla “dell’effetto placebo con benessere immediato” della telenovela: “Se per caso sciacquando la lattuga ti perdi una battuta puoi rilassarti, tanto il concetto te lo ripeteranno per minimo altre dodici puntate. E mai che un personaggio se ne accorga e dica.«Siii, lo so, no sono mica cretino! Dal 1456° episodio ad oggi me l’avrai detto almeno 27 volte.»”.
Sono tante le situazioni ridicolizzate dal genio estroso della Littizzetto con uno stile simpatico, veloce e coinvolgente.
“Col cavolo” è un vero e proprio manuale di sopravvivenza per vivere e superare tutte le assurdità che travolgono giornalmente.

L. Littizzetto, Col cavolo, Milano, Mondadori, 2004, pp.167, 14 €