Tratto dai migliori sketches teatrali della dirompente tourneè che ha infiammato centinaia di palazzetti dello sport di tutta Italia, arriva sugli schermi italiani in una invasione di copie, “Anplagghed” del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Oggi la conferenza stampa a Roma.
Distesa e informale la conferenza stampa per Anplagghed di Aldo, Giovanni e Giacomo, nella cornice del cinema Fiamma di via Bissolati, a due passi da via Veneto. La Dolce Vita è lontana, ma tale sembra esserlo per i tre attori, simpatici e brillanti, accompagnati da Silvana Fallisi, divertente “spalla” teatrale dello spettacolo e dal produttore Paolo Guerra.
Si parla innanzitutto dello spettacolo da cui derivano i cento minuti del film, l’Anplagghed teatrale che ha sbancato i botteghini di tutta Italia. Un tour di 120 date nei palazzetti dello stivale, utilizzati a metà della loro capienza, “con il pubblico mai lontano più di 45 metri dal palco – spiega Giacomo – per poter permettere a tutti di vedere al meglio, visto il grande utilizzo della mimica facciale nella nostra comicità“. Spazio alla polemica che recentemente ha visto il management dello spettacolo annullare la data di Cagliari, come ha spiegato il loquace Giacomo: “Doveva essere l’ultima data del tour, ci tenevamo molto, l’organizzazione locale aveva stipulato il contratto per darci lo spazio della Fiera, che poteva contenere 2700 persone. Avevamo venduto già 2560 biglietti e all’ultimo momento ci è stato dato il Palazzetto dello Sport che ha una capienza di 1600 persone“. Entra nei particolari il produttore del film e della tourneè, Paolo Guerra, che aggiunge: “Anche la perizia di un ingegnere ha stabilito l’impossibilità di effettuare lo spettacolo per tutte le persone che avevano comprato il biglietto, ci sono leggi che ce lo hanno giustamente impedito oltre al rispetto per il pubblico, che potrà assistere allo spettacolo entro febbraio“. Promesso.
L’operazione teatro-al-cinema appare generalmente rischiosa, Giovanni chiosa che avrebbe preferito l’uscita natalizia, ma le 600 copie con cui il film uscirà nelle sale sono di buon auspicio. I tre tengono a precisare che “si tratta di uno spettacolo teatrale su grande schermo, negli anni Cinquanta e Sessanta ci sono stati numerosi esempi in questo senso, con Renato Rascel e Scaparro” – ricorda Giacomo-la-chiacchiera. Che aggiunge: “Potevamo prolungare il tour per un altro anno, ma abbiamo voluto fermarci, nonostante l’affluenza enorme e a tratti imbarazzante, per preparare un nuovo, vero film. Con Anplagghed mediamo tra lo spettacolo dal vivo e il prodotto televisivo“.
Il baffuto Giovanni spiega: “Rispetto allo spettacolo a teatro abbiamo aggiunto due sketches e naturalmente l’improvvisazione ha giocato un ruolo fondamentale, ogni data aveva tempi diversi, a Milano chiudevamo in due ore e 10, a Roma in un’ora e 45. Il teatro regala una diversa energia, si crea strada facendo, il cinema è anch’esso interessante e diverso, si hanno tre passaggi in cui tutto cambia radicalmente, dalla sceneggiatura al montaggio passando per le riprese. In televisione invece puoi veramente fare le cose più turpi e tremende. Nel 1994 l’intuizione ci permise di individuare in Mai dire gol e nello spirito surreale e folle della Gialappas un programma dove potevamo veramente esprimere la nostra comicità, ora non saprei dove trovare un giusto ambito dove collocarci e gli unici programmi decenti sono Che tempo che fa, Report e Geo&Geo!“.
La regia teatrale di un artista applaudito ed eccezionale come Arturo Brachetti è salutata come “un ottimo supporto alle nostre idee – sottolinea Aldo – i suoi trucchi scenici sono sempre fantastici ed è un regista molto propositivo, entusiasta anche di un pezzo come quello sul bunjee jumping, oltre che ideatore dei filmati che danno ritmo all’azione“.
La simpatica attrice padovana Silvana Fallisi, moglie di Aldo, ricorda scherzando che “i tre mi erano stati descritti come intrattabili e in effetti sono stata per loro un parafulmine, una pupazzetto anti-stress da schiacciare a piacimento. Se dovessi usare tre aggettivi per descriverli dovreste censurarli con tre lunghi biiip, ma li dico lo stesso: insopportabili, razzisti e maschilisti!“.
Spazio alla politica che non c’è negli sketches del trio, Giovanni ricorda come “ognuno di noi ha delle proprie idee politiche, ma preferiamo parlare dei caratteri delle persone, l’obiettivo è divertire e con Anplagghed abbiamo cercato di descrivere il micro e macro cosmo di una grande città, fatta di persone insopportabili, ciniche e cattivelle. Se poi qualcuno vuole vedere in questo una metafora dell’Italia di oggi, questa è sicuramente la nostra idea artistica. L’unica volta che abbiamo lambito la politica fu in uno sketch in cui Yuri Chechi si pestava con delle Camicie Verdi!“.