VENEZIA – Una bella occasione sprecata, quella dell’altra sera al Teatro Fondamenta Nuove. Una chance persa nel tentativo di rendere dinamica una piéce, “Crimine” di Peter Asmussen, che invece dinamica non è, ma che anzi trova la propria ragion d’essere proprio nelle atmosfere cupe e nel rallentamento di un’azione che progressivamente cambia di ritmo fino all’acme della violenza quotidiana incontrollata, vero e proprio nucleo di significato del testo in questione.
Stiamo parlando, in buona sostanza, della messa in scena dell’opera presso il teatro di Cannaregio da parte di Extramondo, compagnia milanese che ha avuto l’innegabile coraggio di prendere un testo difficile (che parla in concreto di violenze contro l’infanzia e contro le vittime di guerra) e metterlo in scena dinanzi ad un pubblico, quello italiano, di sensibilità sicuramente diversa da quella del danese Asmussen. D’altronde si sa, la drammaturgia d’area scandinava è una delle più interessanti della contemporaneità, ed attingere da lì significa accedere comunque a testi di sicuro spessore. Ma ciò che è mancato, purtroppo, è stato il coraggio di una regia vera, dinamica, che garantisse anche un ‘appeal’ ad una storia che, per i succitati motivi di differenze di sensibilità, era a forte rischio di pubblico rifiuto.
Non è stato così, si è deciso anzi di giocare al risparmio: luci piuttosto piatte, nessun particolare sussulto attoriale, il gioco surreale di Asmussen (carnefici sotto accusa di giudici che sembrano presentatori di talk-show) che diviene quasi macchiettistico, un ritmo di recitazione troppo serrato e senza sfumature, come se si avesse fretta di chiudere o di far passare sottotraccia alcune asperità del testo, forse per paura di offendere la sensibilità di qualcuno; bisognava, invece, sottolineare i passaggi, far comprendere il valore degli intermezzi tra un atto e l’altro, quegli intermezzi in cui ancor di più la debolezza dell’uomo veniva sottolineata con le piccole scene di vita quotidiana in cui ognuno fa i conti coi propri cambiamenti e le proprie fragilità.
E invece, venerdì 16 e sabato 17 marzo sono andate in scena quelle che sono sostanzialmente prove tecniche di un qualcosa ancora di là da venire, di cui a voler essere ottimisti si rintracciano in nuce i caratteri essenziali, ma sui quali bisogna ancora lavorare. Si esortano, pertanto, la regista Michela Blasi e gli interpreti Andrea Facciocchi, Laura Ferrari, Fabrizio Parenti, Emilio Zanetti ed Eros Zoppellari a provare e a rileggere ancora l’opera, per restituire al testo quel coraggio che gli si addice.
EXTRAMONDO / OUTIS
CRIMINE
drammaturgia di Peter Asmussen
traduzione di Graziella Perin
regia | Michela Blasi
con di Andrea Facciocchi, Laura Ferrari, Fabrizio Parenti, Emilio Zanetti e Eros Zoppellari
(prima regionale)
una produzione Extramondo
in collaborazione con
Outis -Centro Nazionela Drammaturgia Contemporanea
Ambasciata di Danimarca in Roma – Teatro OutOff di Milano