A Torino è terminata la tre giorni di avanguardia di immagini, musica e motion pictures. Con molte, inaspettate sorprese. Adesso l’attesa è per Virtuality 2005.
Centossanta opere sono una enormità, soprattutto se concentrate in una tre giorni intensa di proiezioni e eventi.
Eppure l’anima del Resfest è proprio in questa “indigestione” di immagini. Nato, secondo la leggenda, in un garage, grazie all’iniziativa di Jonathan Wells, ancora oggi direttore del festival e della rivista Res, che nel 1996 coinvolse un piccolo gruppo di creativi che operava nel settore dei video, ResFest (abbreviato da High Resolution Festival) è cresciuto negli anni diventando la più importante vetrina mondiale di avanguardia dell’immagine digitale e della motion picture.
In più, gira per quaranta città in quattro continenti: questa edizione 2005 è partita dal Tribeca Performing Arts Center di New York, finirà al Yeni Melek Performing Arts Center di Istanbul nel mese di dicembre, passando per Asia e Australia.
A Torino, e per la prima volta in Italia, questa nona edizione di ResFest è arrivata grazie all’impegno di Maria Elena Gutierrez (un’americana che parla molto bene l’italiano e sa pure improvvisarsi interprete!) neodirettrice artistica di Virtuality (convegno sulla realtà virtuale che si terrà sempre a Torino dal 3 al 6 novembre) che ha promosso l’evento. Prossima tappa a Belfast dal 4 al 6 novembre, prossimo arrivo in Italia a Roma, dal 18 al 20 novembre, al Teatro Palladium.
Le 160 opere sono state organizzate in due cicli, Cortometraggi con le sezioni Shorts One e By Design e Video Musicali, con Cinema Electronica e Videos That Rock, nonché due retrospettive dedicate ai Traktor, collettivo scandinavo specializzato in pubblicità e a Beck, pioniere del matrimonio tra musica e immagini. La sezione speciale Italianmix, oltre ad opere di artisti affermati come Bruno Bozzetto, ha permesso a giovani talenti nostrani di farsi conoscere e ottenere visibilità in ambito internazionale.
ResFest è una grande kermesse, che solo un approccio superficiale può far targare come “roba da maniaci della tecnologia”.
Qui la parola d’ordine sembrerebbe “velocità e brevità”. Ma poi, a spiazzare le poche certezze, arrivano due lungometraggi in anteprima italiana: Infamy di Doug Pray sul mondo dei graffitisti e alla loro cultura di strada e Ginga di Hank Levine, Marcelo Machado e Toch Alves affresco di vita brasiliana filtrata attraverso il calcio.
Spiazzanti sono anche i personaggi: chi si aspettava creativi stravaganti e un po’ atipici si è trovato di fronte a giovani seriosi, molto presi dal proprio lavoro, disponibili ad interagire con il pubblico, a rispondere alle domande dei curiosi: lo abbiamo visto con Adam Smith, a Torino con gli attori del suo divertente What goes up, must come down e con i rappresentanti di due collettivi che arrivano dalla “periferia”: MK12 dal Kansas, profonda provincia americana e Lobo Motion Graphics dal Brasile.
Se i video sperimentali della sezione By Design rappresentano l’essenza dell’avanguardia di ResFest, nel ricco programma di corti di Shorts one si sono visti alcuni lavori interessanti. 11:59 dell’olandese Johan Kramer, non solo stimola la riflessione sui condizionamenti sociali e mediatici, ma è anche un corto da record. L’operatore steadycam Amas Nyerges ha girato 11:59 in un’unica ripresa di nove minuti stabilendo un nuovo record europeo in ambito cinematografico. Poi è stato a riposo per una intera settimana.
Sempre tra i corti si sono visti deliri da regista (Rehearsal, di Gabriel Malaprade. Francia) omaggi a geni dell’immagine come Over time (realizzato da un team di giovani animatori francesi come saggio di fine corso), un lavoro di computer grafica dedicato al burattinaio Jim Henson. Flesh di Edouard Salier, Francia, è una provocatoria rivisitazione degli attacchi dell’11 settembre, Winner take Steve, di Jared Hess, Usa, ridicolizza la competitività del mondo contemporaneo.
Molto divertente il già citato What goes up, must go down, di Adam Smith, il racconto, rappato in cockney, della notte di un taxista londinese.
Sito internet dell’edizione internazionale: www.resfest.com
Sito internet dell’edizione torinese: www.resfesttorino.it