Il Mart di Rovereto diviene, una volta ancora, il fondale all’interno del quale è ora possibile visitare una nuova, originale, mostra. “Dalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pittura dell’800-Da David a Delacroix, da Fussli a Degas”. Fino al 23 maggio 2010.
Viene proposto un tema omogeneo e contiguo a quello affrontato anni fa dal Mart con la Danza dell’avanguardia, molto visitata ed apprezzata da pubblico e critica. Lo sguardo ora si allarga a temi epici, drammatici, storici, romantici, spostando a volte l’obiettivo dal palcoscenico vero e proprio, ai palchi e alla platea, indagando a tutto campo, questo connubio fra scena e tavolozza. Il percorso espositivo ci accompagna attraverso circa duecento opere tra dipinti, disegni, scenografie, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, come il Louvre, il Museo d’Orsay, Il British, il Victoria ed Albert di Londra, il Metropolitan di New York.
Per capire come tanti grandi artisti abbiano preso come tema delle loro opere il teatro, occorre riflettere sull’enorme rilievo che già nel settecento, ma ancor più nell’800, aveva questa rappresentazione per tutti i ceti sociali. Le sale erano strapiene dai palchi e la platea dei privilegiati, al loggione gremito di gente del popolo, spesso molto competente e assai critica verso quanto avveniva sulla scena. Meno coinvolte le magnifiche dame concentrate per lo più su se stesse, sulle loro toilettes sontuose e sugli sguardi di occhi che le scrutavano dietro i loro pince nez o da lontano con piccoli binocoli. La stessa letteratura in questo periodo non ha potuto ignorare questi luoghi di culto mondano facendone il fondale per crudeli giochi d’amore e brucianti passioni. Tante opere di Balzac o Stendhal sarebbero monche senza questi fondali teatrali.
Inevitabile quindi che pittori e scultori ne fossero appassionati e fissassero sulla tela personaggi, scene clou, primedonne, rendendole in tal modo immortali. Naturalmente ciascun artista, nonostante la particolarità del tema, non si allontana dal suo stile, accentuando a volte i toni, incupendo i colori, concedendosi libertà espressive con altri temi trattenute. Rimane nel solco della sua epicità David, affascinato dal giuramento dei Curiazi, colti prima del loro decisivo duello con gli Orazi, mentre Fussli non riesce, né vuole, sottrarsi alla sua enigmatica tenebrosità, nel rappresentare Lear che scaccia Cordelia, prima di andare incontro al suo destino. Si respira aria di leggerezza, aristocratica ed elegante nel dipinto di Degas che dipinge gli orchestrali in primo piano, ma non riesce a rinunciare alle amate giovani ballerine mettendole sullo sfondo in un roseo sfarfallio di tutù. Sorprendente il rigore geometrico e quasi astratto dello Spazio ritmico di Adolphe Appia anticipatore di tanti sviluppi futuri assieme a Gordon Graig, il creatore dello “spazio scenico” che apre alle sale profondità e flussi simbolici.
A mostra conclusa, resta la speranza che il Mart voglia completare questa bella mostra, continuando l’illustrazione dell’intreccio teatro-pittura, con gli artisti del ‘900.
Mart, Rovereto
6 febbraio 2010 – 23 maggio 2010
Orari: mar-dom 10-18 ven 10-21 lun chiuso.
Tariffe: Intero €10, ridotto €7, famiglie €20