DANA SCHUTZ E i PROGETTI PER MUSEI FUTURI

Al Mart di Trento e Rovereto

Non si avverte l’aria di crisi che ha pesantemente colpito l’ambito culturale al Mart di Rovereto, inesauribile nell’offrire allestimenti espositivi vari e sollecitanti.

In un ideale proiezione della mostra ora in corso sul padre del Mart Mario Botta, si è inaugurata Musei Idee progetti edifici rassegna di modelli per la realizzazione di quei contenitori di arte che paiono avere sostituito nell’epoca attuale, le antiche cattedrali, come terreno di sfida di genialità e virtuosismi tecnici.Vengono rappresentate le principali tendenze nelle costruzioni di edifici museali in una gara di creatività avveniristica ai limiti dell’essenzialità e del post- barocco, sia per un inserimento armonico dei progetti nel tessuto urbano (vedasi il Denver Art Museum di Daniel Libeskind) sia nel paesaggio (vedi le sinuose forme del Centro Paul Clee di Berna firmato da Renzo Piano: il centro è in parte edificato sottoterra: visto dall’esterno sembra sbocciare dal paesaggio stesso).
Molto interesse desta il progetto del museo di storia ellenica in Atene dello studio Anamorphosis Architects la cui originalità consiste nella rinuncia all’idea del museo come contenitore di oggetti affidando alle strutture e agli spazi architettonici il compito di rappresentare le tappe essenziali della cultura ellenica per cui l’anfiteatro viene a rappresentare l’antichità classica, la cupola Bisanzio, l’unità architettonica complessiva. rappresenta l’era moderna. L’ultissima novità si incarna nell’avvento dell’architettura sostenibile che sintetizza novità e risparmio, freschezza e salubrità ambientale nonché abbordabili spese di gestione.

Ci si proietta invece nel microcosmo di giovani artisti americani ormai affermati sul mercato ed esposti in importanti Musei con la contemporanea rassegna Dana Schutz Contemporanea visitabile fino al 9-1 2011.
I quadri esposti, una quarantina, sono spiazzanti nel loro espressionismo esasperato. Volti e figure umane, stravolte, con occhi allucinati, dall’espressione disperata come davanti a una catastrofe incombente o a un delirio psichico. Sono opere che paiono il manifesto visivo del nascere e dell’evolversi della pittura americana, succube e a lungo dominata dall’arte europea prima di approdare con Pollock e gli Irascibili prima e la pop art e Andy Warol poi, ad una sua autonomia. Si ha con questi artisti un’inversione di tendenza divenendo l’arte occidentale a sua volta influenzata da quella americana, ma a ben guardare, questa autonomia raggiunta oltre Atlantico non è mai del tutto scevra dai richiami, gli influssi dei grandi movimenti nati i Europa nel corso del IX e XX secolo.

In Dana Schutz questo scambio è evidente e da lei stessa ammesso . Dice l’artista di vedere la pittura come espressione della sua personale visione della vita, linee e figure sono associate alla pittura europea, arcaismi come denominatore comune di una narrazione intima.
Evidenti gli influssi di Soutine e di Ensor oltre che degli epigoni dell’espressionismo, in certi squarci dei suoi quadri si avverte l’influsso di De Chirico I am into shooting, pur riuscendo tuttavia a rivisitare queste eco in modo molto personale e convincente. Nelle sue opere non vi sono distinzioni di generi, ma nascono ibridi con nature morte personificate, paesaggi decomposti e ristrutturati come edifici. La Schutz adora gli ossimori pittorici dando vita a forme senza forma, ad un espressionismo intimistico dalla tensione quasi irreale teso ad esprimere l’universalità delle sensazioni, a volti stravolti e stratificati di donna che mentre gridano il loro dolore privato diventano denuncia di un degrado della vita pubblica per alludere alle trasformazioni culturali di massa. Nei suoi quadri si può leggere il fotogramma di manie, vizi, dipendenze proprie di questi tempi.
Ad esempio Talk Talk Talk mostra gli occhi allucinati con i visi deformati come specchio degli effetti degli sguaiati talk show televisivi. Di fronte ai guasti di questo mondo globalizzato e omogeneizzato sul consumismo, la sottocultura la perdita di valori non resta all’artista che fuggirsene sotto le coperte negandosi a se stesso e agli altri. Escacape artist camere anonime, letto sfatto, solitudine in questo quadro che sarebbe piaciuto ad Hopper.

Mart, Rovereto
23 ottobre 2010 – 09 gennaio 2011