“Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.” (Blaise Pascal, da Pensees, 1670)
“Uomini di Dio” è stato accolto con grande calore dal pubblico al Festival di Cannes, dove è stato premiato con il Gran Premio della Giura e con il Premio della Giuria Ecumenica. Nel mese di maggio del 1996 sette monaci trappisti, in circostanze ancora oggi poco chiare, furono rapiti e assassinati a Tibhirine (Algeria). Un fatto drammatico: all’inizio si ritenne che i responsabili fossero i membri del gruppo islamico armato (gia), poi si parlò di un errore dell’esercito algerino.
Uomini di Dio parte tre anni prima della tragedia; racconta la storia di un gruppo di otto Monaci trappisti, che si è installato da decenni sui monti dell’Atlante algerino. Qui vivono pacificamente secondo le semplici e amorevoli regole dell’ “ora et labora”, della carità cristiana e “dell’ama il prossimo tuo come te stesso.” I monaci pregano, cantano inni, vivono di quello che coltivano e aiutano le gente del posto, indistintamente, stabilendo una convivenza fraterna tra musulmani e cristiani; fino a quando la minaccia del terrorismo fondamentalista, uomini che armano uomini, usando un dio solo loro, comincia a farsi pressante e massacrare le persone, di fronte all’incredulità cristiana e musulmana.
Il regista Xavier Beauvois racconta con potenza una storia dolorosa, tragica per l’umanità.
Uomini di Dio testimonia il reale impegno di questi monaci e la forza del messaggio di pace che desideravano attestare restando in mezzo ai loro fratelli musulmani: la possibilità di trovare un comune terreno di fraternità e spiritualità tra cristianità e islam.
E come suo testamento spirituale, padre Christian, priore del Monastero (significativa la scena in cui studia i testi del Corano e del Cantico dei Cantici) scrisse: “Se un giorno mi capitasse, e potrebbe essere oggi, di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere attualmente tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita è stata donata a Dio e a questo Paese.”
“È difficile trovare persone capaci di amare così tanto il prossimo – ha chiarito il regista Beauvois – ed è proprio questo che mi ha spinto a realizzare il film. Viviamo in una società fondata sulla velocità, ma io credo che la gente sia abbastanza intelligente per compiere uno sforzo e capire un mondo fatto di contemplazione e lentezza».
E le due ore di un film, realizzato con riprese documentaristiche, scivolano via senza che il pubblico se ne accorga. Allo scorrere dei titoli di coda restano due cose: la commozione e la convinzione che la convivenza pacifica tra religioni non sia un’utopia.
Xavier Beauvois, che già nel 1995, sempre a Cannes, ricevette il Premio della Giuria per Non dimenticarti che stai per morire, ha detto: “Ho voluto raccontare la storia di un gruppo di persone istruite e appassionate che, in una società egoista, hanno scelto di interessarsi agli altri e alla loro fede, oltre che alla propria”.
Uomini di Dio commuove per il tipo di amore che narra. Il regista non ha voluto accusare né tantomeno stilare un trattato di religioni, il suo film racconta che la comunicazione tra essere umani è possibile.
“Lo scopo di questo film è mostrare l’amore e la compassione che unisce tutte le persone e credo che la politica non debba mai entrare nella religione. Non uccidete in nome di Dio, questo è il messaggio che ci sta a cuore divulgare” ha sottolineato Lambert Wilson, che interpreta padre Christian..
Uomini di Dio, parla con intensità dell’uomo e del suo rapporto con Dio. Quando iniziano a giungere le prime minacce, l’idea del martirio non convince i monaci, che temono e non hanno paura di temere. La bravura di Beauvois, a coglierne la natura titubante, il dubbio è delicatamente sofisticata: se rischiare, se scappare, se continuare la loro missione,.
Una delle scene finali, una sinfonica Ultima Cena, dove apprendono con dolore quale sarà il loro destino, è interpretata con una tale partecipazione, da far capire agli occhi di chi è in sala il significato maestoso della loro Fede e della loro Missione.
“Non c’è amore più grande che dedicare la propria vita agli altri, e questo comporta un grande sacrificio. – ha spiegato l’attore Michael Lonsdale (fratello Luc, persona splendida, medico meraviglioso)- E il sacrificio è assai disturbante perché nessuno vuole mai rinunciare a qualcosa. Questi monaci hanno invece voluto testimoniare di credere in qualcosa di universale e lo hanno fatto sacrificando la propria vita”.
Titolo originale: Des hommes et des dieux
Nazione: Francia
Anno: 2010
Genere: drammatico
Durata: 120’
Regia: Xavier Beauvois
Cast: Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Roschdy Zem, Olivier Rabourdin, Sabrina Ouazani, Philippe Laudenbach, Jacques Herlin.
Produzione: Why Not Productions, France 3 CinÉma, Armada Films
Distribuzione: Lucky Red
Uscita: Cannes 2010