L’insieme delle disfunzionalità, più o meno insolite, a cui è soggetta l’istituzione della famiglia sembra essere l’oggetto d’analisi privilegiato dalla selezione in concorso al 26° Torino Film Festival. Demain, opera prima del giovane regista canadese Maxime Giroux, s’inserisce alla perfezione in tale presunta cornice, concentrando il suo racconto sul difficile rapporto tra una giovane ragazza ed un padre malato.
Attorno a questi due principali poli attrattivi del meccanismo narrativo di Demain (che Giroux sceneggia assieme ad Alexandre Laferriére) orbita tuttavia un terzo campo di forze, nella persona dell’amante della protagonista: un elemento perturbante che dovrebbe imprimere al triangolo di personaggi interessanti dinamiche propulsive. Sophie, impiegata poco più che ventenne, si viene a trovar contesa tra due sistemi di responsabilità emanati da due figure maschili: quella genitoriale di Richard, con il suo complesso di doveri nutriti dal vincolo di sangue, e quella di Jérôme, che trascina nei territori del piacere e dell’attrazione amorosa. Entrambi pretendono l’esclusività delle attenzioni di Sophie, scissa così tra il diabete e l’alcolismo di Richard e l’egoista personalità di Jérôme, operaio la cui inadeguatezza affettiva cela forse una maturità mai raggiunta, ovvero solo anagrafica: lo segnala il fatto che lo svago alternativo alla compagnia di Sophie, vissuta senza amore, è solo un videogioco, ottusamente violento e meccanico.
Dice il regista: «Abbiamo cercato di osservare Sophie con discrezione, senza dare giudizi o trasmettere una precisa morale». Tale dichiarazione d’intenti si risolve in uno sguardo effettivamente distaccato, che alla messa in forma narrativa preferisce la ricerca del tranche de vie. Giroux, tuttavia, non sembra possedere sufficiente fermezza stilistica per poter gestire con tali presupposti un’opera con così pochi personaggi ed eventi. Il bilancio finale di Demain è assolutamente deludente, non riuscendo il film ad essere al tempo stesso narrativo ed obiettivo. Il risultato è un lungometraggio stanco, diluito senza convincenti ragioni, riempito di lunghissime pause afasiche ed indugi su situazioni quotidiane alla cui rappresentazione sembra non concorrere – contrariamente a quanto Giroux afferma – alcun interesse d’originalità da parte dell’autore.
Titolo originale: Demain
Regia: Maxime Giroux
Nazionalità: Canada
Anno: 2008
Durata: 98’
Interpreti: Eugénie Baudry, Serge Houde, Guillaume Beauregard.