“DIRTY SEXY MONEY” – PRIMA STAGIONE

Le mani su New York City

Creata da Craig Wright, calibrata su star come Donald Sutherland, William Baldwin e Peter Krause, reduce dalla pluripremiata serie Six Feet Under, Dirty Sexy Money affonda le sue storie nel luminoso mondo di milioni di dollari sporchi e seducenti.

Sono arrivati i Darling. E il loro avvocato.
Questa la tagline, la frase di lancio del serial ideato da Craig Wright, prodotto dalla ABC, in onda su Fox, che si propone come una glamourous saga familiare East Coast, in risposta alla saga familiare West Coast Brothers & Sisters.
Se i Walker sono un clan amorevole pieno di conflitti, anche i Darling, che si tendono piccoli tranelli e si sentono indifferenti, a dispetto delle apparenze, si vogliono bene.
Ma senza affondare le unghie, come invece adorano fare i piccoli Riccardo III che si aggirano in Gossip Girl. Meno tagliente del teen-drama, Dirty Sexy Money sortisce effetti caricaturali, avvantaggiandosi dell’effetto posticcio con cui gioca palesemente.

Salutata come l’incrocio tra Dallas e Dynasty, questa moderna soap-opera si avvale dell’ambientazione nell’upper class newyorchese, che rende straordinaria la messa in scena. Realisticamente irrealistico, nel suo uso di elicotteri per spostarsi da block a block e jet usati per andare a gustare il miglior sushi di Los Angeles. Come se questa classe sociale fosse un luogo utopico, ai più sconosciuto, ma da cogliere nelle sue nefandezze e grandeur.

Si delineano personaggi ben costruiti e il loro carattere ben definito farà muovere la storia.
Il ricco patriarca (Donald Sutherland) che rilancia le assunzioni di cinque milioni in cinque milioni, la moglie adultera (Jill Clayburgh) ma saldamente al fianco del marito, i gemelli in stile Pete Doherty/Paris Hilton (Seth Gabel e Samarie Armstrong).
La figlia cambia-mariti (Natalie Zea) con i suoi matrimoni lampo (55 minuti dal sì sull’altare). Il clan Darling, ha nella figura del figlio reverendo diabolico e peccaminoso (Glenn Fitzgerald) e del figlio candidato senatore con particolari gusti sessuali (William Baldwin), due punte notevoli di costruzione del personaggio.
Tocchi cult dal pilot: l’arrivo della famiglia su un corteo di limousine con i Race Against the Machine in sottofondo, le suonerie del cellulare di Nick George (Peter Krause) diverse a seconda della personalità dei Darling (Pretty Woman per Karen, of course).

Scialacquatori di un patrimonio stellare, non graffiano mai a fondo la pellicola, ma si muovono ovattati nella loro gabbia dorata. L’intrigo rimane superficiale, la cattiveria è anch’essa ben educata. Surreale che sia un unico avvocato a doversi occupare di una tal famiglia. Un avvocato tramandatosi con l’eredità, come un servo della gleba (!), figlio del vecchio avvocato amante della moglie, Dutch George, rimasto ucciso in circostanze dubbiose e incerte.

Nella costruzione delle famiglie televisive il fattore outsider è sempre una carta vincente. Concorre a non stagnare l’ambiente, a portare abitudini diverse in un mondo in cui non sono contemplate (pensate a Ryan Atwood di OC, Dan e Jenny Humprhey di Gossip Girl, e a Nick George qui).
L’intrusione di un personaggio con un metro di giudizio non del tutto sballato dal denaro, è una costante in tutti i casi di messa in scena di famiglie over. Uguale in Gossip Girl, ancor più nella lussuosa Newport, contrario in Brothers & Sister (dove l’outsider è il quasi presidente degli Stati Uniti). E spesso questi personaggi assumono il completo punto si vista sull’azione. Nick George è l’unico modo per vedere i Darling. Le vicende dei personaggi sono abbozzate perché entra ed esce dai due mondi, entra ed esce da un capriccio all’altro. Nick George viene sbalzato da una parte all’altra senza nessun criterio, mette le mani ai fianchi e ascolta impotente le bizzarrie dei milionari. Tripp Darling seduto sul suo gruzzolo d’oro vorrebbe assumere la stessa etica pragmatica del suo giovane braccio destro, ma anni e anni di ragionamenti a sei zeri gli hanno reso inconcepibile qualsiasi tipo di rinuncia.
Osserva i Darling come un entomologo e si fa in quattro anche per far arrivare in tempo le praline di cioccolato dalla Francia per il compleanno di Julie e si fa in otto per far chiudere il ponte di Brooklyn dove l’altro gemello vuole folleggiare. Mentre pensa sempre al padre ucciso.
E durante la prima stagione (l’ultima puntata è andata in onda il 18 marzo su Fox), gli intrighi cercano di essere profondi e innovativi, ma il tocco classico del figlio illegittimo del clan Darling, il multimilionario (Blair Underwood) che si insinua nella famiglia per corroderla e distruggerla e per sedare la sua vendetta, l’amore non corrisposto di Karen verso Nick, il sit-in triangolare tra amante transgender, marito in carica per il senato, e moglie assetata di potere politico, si situano nell’alveo della scrittura dei drammi familiari, portando sì, nuova linfa al genere, ma rafforzando l’idea di crisi di coscienza e disfunzioni familiari. Di sicuro anche i ricchi piangono, ma gocce a quattro carati.

TITOLO ORIGINALE: Dirty Sexy Money
PRIMA TV USA: 26 settembre 2007 – ABC
PRIMA TV ITALIA: 15 gennaio 2008 – FOX
PRODUTTORE ESECUTIVO: Craig Wright
CAST: Peter Krause, Donald Sutherland, Jill Clayburgh, William Baldwin, Natalie Zea, Glenn Fitzgerald, Seth Gabel, Samarie Armstrong, Zoe McLellan, Blair Underwood.