“DORORO” DI SHIOTA AKIHIKO

Cacciatore di demoni

Il film che apre la nona edizione del Far East Film Festival di Udine è ambientato in un luogo del futuro molto simile al Giappone feudale e racconta la storia di Hyakkimaru, un giovane a cui è stato tolto il proprio corpo dal padre assetato di potere; Daigo, questo il nome del padre, promette a 48 demoni varie parti del corpo del figlio neonato in cambio di potere e ricchezze. Il povero bambino, ormai ridotto a un guscio senza arti e organi, viene abbandonato e ritrovato da uno sciamano che con rivoluzionarie tecniche curative gli restituisce degli arti e degli organi posticci e lo cresce come se fosse il suo vero padre. L’unica maniera per il ragazzo di recuperare le parti originali del proprio corpo è quella di scovare ed eliminare, grazie a una lama speciale, tutti e 48 i demoni.

Nel suo peregrinare alla ricerca dei demoni, Hyakkimaru incrocia il suo cammino con una ladruncola che si fa chiamare Dororo, la quale, venuta a conoscenza delle abilità della lama del giovane, decide di seguirlo per ottenerla, in modo da poter portare a termine la sua vendetta personale, ovvero eliminare Daigo, l’assassino dei suoi genitori.
Questo particolare rischia di compromettere il rapporto fra i due giovani in cerca di vendetta; la resa dei conti con Daigo ci sarà, e sarà dolorosa per entrambi.

Il Far East apre questa edizione, la nona, con un blockbuster giapponese; non è l’unico in programma quest’anno a Udine, e l’iniziativa sembra voler palesare una tendenza molto marcata nel paese del Sol Levante.
Questo primo esempio, comunque, non raggiunge risultati comparabili agli immensi sforzi economici profusi dalla casa di produzione TBS. Troppe volte Shiota scade nel melodrammatico e nel patetico; stili che ben si adattano a un blockbuster pop, ma che se vengono utilizzati con l’acceleratore troppo pigiato rischiano di appesantire la fruizione. La scelta registica e narrativa è ben chiara: c’è la volontà di calcare la mano su questi due registri narrativi, in modo tale da far scattare più facilmente i meccanismi di proiezione e immedesimazione nello spettatore. Come detto, a lungo andare questi tentativi ostentati risultano pesanti e irritanti.

Peccato perchè alcuni dei personaggi, tratti da un fumetto di Tezuka Osama, come la stessa Dororo, sono delle macchiette molto simpatiche. I limiti della narrazione tipica del fumetto mediocre – trama un po’ affettata, personaggi poco sfaccettati, conduzione altamente stereotipica della narrazione – si fanno purtroppo sentire, e solo le belle coreografie dell’honkonghese Ching Siu-Tung riescono a salvare un film altrimenti piuttosto mediocre. La messa in scena è sufficiente, e ben si addatta il più delle volte agli splendidi scenari brulli; in realtà anche a livello registico e fotografico si notano molte indecisioni.

Regia: Akihiko Shiota
Anno: 2007
Durata: 139′ min
Stato: Giappone