Dal Festival di Prosa della Biennale / 4

In Campo San Trovaso “L’ultima casa”, prima nazionale del nuovo testo teatrale di Tiziano Scarpa che si riferisce idealmente a “La casa nova”, e all’Auditorium Santa Margherita come evento speciale tre recentissime registrazioni televisive di prestigiosi allestimenti goldoniani firmati da Ronconi, Pizzi e Scaparro

Molto viva l’attesa per “L’ultima casa” la nuova produzione di Pantakin da Venezia in scena venerdì 27 luglio in Campo San Trovaso alle 21,30.

”La mia Ultima casa è quella del ricovero definitivo: il cimitero – esordisce provocatoriamente l’autore Tiziano Scarpa – Ne “La casa nova” si metteva in scena un trasloco che faceva andare in crisi i rapporti famigliari: anche qui si vedranno muratori e maestranze, con l’aggiunta di architetti visionari e conservatori, di padri e figli in lotta sulle diverse concezioni di vita e morte.

Visitatori dei defunti e candidati inquilini di questa dimora estrema proiettano in queste dimore esistenze troppo o poco compiute.”Per Pantakin, compagnia da dodici anni impegnata nella realtà veneziana sul versante di una ricerca che ha scelto di privilegiare la frequentazione della Commedia dell’Arte, è il primo incontro con un testo di nuova drammaturgia, anche se non sono mancati nel recente passato del gruppo i tentativi di coniugare il teatro in maschera con i testi del più grande drammaturgo del teatro italiano del ‘900, Pirandello. “Gli interpreti indosseranno maschere intere realizzate in tessuto, non quelle tradizionali in cuoio – spiega Michele Modesto Casarin, regista nonché interprete dello spettacolo assieme a Manuela Massimi, Roberto Serpi, Marta Dalla Via, Federico Scridel – Pur mantenendo dei tipi fissi (il vecchio architetto, la giovane innamorata, il muratore straniero…) la recitazione punterà sul teatro-verità, accantonando ogni accenno farsesco”.

Lo spettacolo, coprodotto dalla Biennale e dal Comune di Venezia, è fra quelli per la cui realizzazione è stato determinante il sostegno della Regione Veneto. Ma dallo spettacolo dal vivo, in questo festival, alla sua riproduzione per la televisione e per internet il passo è breve. Grazie alla trasmissione “Palcoscenico”, infatti, approdano all’Auditorium Santa Margherita nella giornata di venerdì 27 tre allestimenti goldoniani opera di grandi registi: “Credo sia la prima volta che la Rai è presente così in forze alla Biennale Teatro e dà un contributo così rilevante ad un’edizione del festival di prosa – spiega Giovanna Milella vicedirettrice di Raidue – D’altra parte anche trasmissioni di nicchia come “Palcoscenico”, rimasta ormai l’unico spazio riservato alla prosa in televisione, hanno una grande importanza per la diffusione del teatro. Mi pare felice la definizione che il critico Aldo Grasso ha dato della trasmissione, parlandone come “del teatro stabile più grande di Italia”.

In effetti il nostro mezzo milione di fedelissimi spettatori sparsi su tutto il territorio nazionale avrà presto prova concreta della considerazione in cui è tenuto dalla Rai. Già a settembre la trasmissione andrà in onda il venerdì alle 23,30, da gennaio tornerà, sempre al venerdì, in seconda serata.”. Alida Fanolli, direttrice della trasmissione, si è soffermata sulle diverse peculiarità degli allestimenti proposti, sottolineando come siano espressione di diversi modi di rapportarsi con il teatro in video “”Il ventaglio”, nonostante le remore iniziali di Ronconi, è stato molto apprezzato, “Una delle ultime sere di Carnovale” di Pizzi per il contesto in cui è stata realizzata la ripresa, l’interno della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia costituisce un unicum – conclude Fanolli – mentre i Memoires firmati da Scaparro diventano sul piccolo schermo un vero e proprio film”.