Dopo un traumatico divorzio, Dahlia Williams (Jennifer Connelly) tenta di rifarsi una vita trasferendosi con la piccola Ceci (Ariel Gade) da Manhattan alla desolata Roosvelt Island, al di là del fiume Hudson. Nel frattempo il marito (Dugray Scott) cerca di ottenere l’affidamento della figlia minacciando l’ex moglie attraverso vie legali.
La nuova abitazione però non è così sicura come Dahlia sperava: infiltrazioni, strani rumori, grosse macchie scure sembrano invadere l’appartamento. Inoltre sia madre che figlia iniziano ad avere allucinazioni, visioni: Ceci parla con un’amica immaginaria, Dahlia vede materializzarsi sua madre, la stessa che un tempo le fece vivere un’infanzia di sofferenza e rifiuto. Minacciata da tutte le parti, la quotidianità della protagonista si trasforma in una persecuzione e, tentando di difendere la propria sanità mentale, non sa più a cosa aggrapparsi e dove stia la realtà. In realtà quel condominio nasconde un terribile mistero.
La trama di Dark Water si basa su una breve storia giapponese di Koji Suzuki, la stessa che ha già dato vita ad un importante film a soggetto diretto da Hideo Nakata, entrambi diventati noti ai più grazie alla versione originale di The Ring. Ma se quest’ultimo si concentrava sulle proprietà malefiche di una videocassetta che uccide chiunque la guardi, il male di “Dark Water” proviene dalle mura domestiche, proprio quelle che sono incaricate di proteggere la famiglia.
Ed in questo tratto, nella casa come teatro di maleficio, il film ripercorre un tema ormai classico dell’horror. Da “Rosemary’s Baby” a “Shining” fino ai più recenti “Amitiyville Horror” o “The Sixth Sense” assistiamo alla rappresentazione di un mondo parallelo, a-temporale e immateriale che si sovrappone a quello dei protagonisti. Anime invidiose del mondo mortale e che tentano in ultima istanza di minarne i legami.
Ma la tensione di Dark Water si gioca su una duplice minaccia, interna ed esterna, proveniente dalla casa e da ciò che la circonda. L’esterno è insensibilità: innanzitutto il marito, che tenta in tutti i modi di portar via Ceci, la figlia con cui Dahlia ha un rapporto quasi viscerale, e che l’accusa di instabilità mentale; poi l’amministratore, Mr Murphy, che non aiuta la donna quando ha bisogno di riparare l’appartamento; infine e soprattutto, la città di New York, in quell’angolo misconosciuto e desolato di Roosvelt Island, a 5 minuti di teleferica dalla splendente Manhattan, un grande alveare come habitat di un vasto isolamento umano.
All’interno del focolare avvengono invece fenomeni inspiegabili come le spaventose perdite d’acqua nera o la sensazione continua che qualcuno viva nell’appartamento di sopra, da tutti ritenuto vuoto. L’astuzia del film sta però nell’aver dato un senso proprio alla persecuzione domestica: la casa è il luogo in cui Dahlia Ha a che fare con il suo peggior nemico, ovvero se stessa. E’ all’interno delle mura di casa che lei si guarda allo specchio, sia in senso letterale che in quello metaforico del confronto con le sue debolezze, paure e sofferenze che nel quotidiano si ostina a rimuovere. La protagonista quindi vede materializzarsi quella terribile madre da cui era odiata riprovando la stessa terribile angoscia che aveva dimenticato, oppure vede nella figlia i lineamenti di se stessa bambina, il suo doppio con una propria autonomia, ovvero la più temibile delle angosce.
E poi c’è quell’acqua nera che invade il condominio e che tutti vedono, non solo noi, testimoni privilegiati delle allucinazioni, ma anche gli altri personaggi del film. Per cui è sempre più difficile distinguere tra visione e realtà oggettiva, tra ragione e follia, fino a credere che la verità stia proprio nella psicosi di Dahlia, nel paranormale: riprova di ciò è scoperta da parte sua del cadavere della bambina, rinchiuso all’interno del serbatoio dell’acqua.
Sia Walter Salles che lo sceneggiatore Rafael Yglesias (firma di Fearless – Senza paura) hanno saputo dare ad una storia di fantasmi una dimensione psicologica e plausibile, nel frattempo ambientandola in un paesaggio di sconfinata atomizzazione umana come ci appare oggi la Grande Mela.
Titolo originale: Dark water
Nazione: U.S.A
Anno: 2005
Genere: Drammatico, Horror
Durata: 105′
Regia: Walter Salles
Sito ufficiale: darkwater.movies.go.com
Cast: Jennifer Connelly, Ariel Gade, Jennifer Baxter, Shelley Duvall, Linda Emond, Perla Haney-Jardine
Produzione: Doug Davison, Roy Lee, Bill Mechanic
Distribuzione: Buena Vista
Data di uscita: 07 Ottobre 2005