Stagione di vecchie glorie tornate alla ribalta, quella del 2007. Con i soliti elogi, veri o finti non importa, e la solita ostentata indignazione per musicisti in naftalina rispolverati e riposizionati sotto i riflettori. Dove sta la verità? Nel mezzo? I Police concludono, almeno per ora, il nostro viaggio tra i dinosauri e per loro la risposta è: “Sì, nel mezzo”.
Il concerto allo stadio delle Alpi di Torino è molto buono. Degnissima di nota la cornice dell’evento dal punto di vista architettonico, in degnissima da quello organizzativo: i tornelli lasciati per le partite diventano presto un tormento per i 65.000 che concentrano (buona parte) il loro ingresso dalle 20 alle 21. Ottimo il palco, visibile anche da fondo campo, con luci eleganti e potenti a seconda delle esigenze e maxischermi dalla definizione mozzafiato. L’acustica dal campo non è disastrosa, ma l’ambiente resta di per sè ostile alle esibizioni musicali (a chi era in tribuna sarà andata decisamente peggio).
Dopo l’apertura dei Fiction Plane di Joe Sumner – figlio di Sting, e si vede – i nostri iniziano, mezzora di ritardo, con Message In A Bottle: niente azzardi, quindi, si va sul sicuro. Musicisti tonici (sembra di parlare di una squadra di calcio), ottima la voce di Sting che durante la serata resterà sorprendentemente per più di una canzone sulla tonalità originale (qua e là sono inevitabili gli abbassamenti). Si prosegue alternando ai successi come De Do Do Do De Da Da Da e Walking On The Moon pezzi “meno conosciuti” ma comunque interessanti come Voices Inside My Head in medley con When The World Is Running Down… e Driven To Tears.
I Police realizzano quello che tutti gli appassionati sognavano: il tempo è passato, i tre si sono migliorati tecnicamente affinando i gusti con esperienze diversissime (il pop raffinato di Sting, le colonne sonore del batterista Stewart Copeland, il jazz del chitarrista Andy Summers) e il risultato è una elaborazione attenta anche se non esagerata degli arrangiamenti. Tanto per fare degli esempi: ampi spazi agli assoli di chitarra, di grande intensità le percussioni in Wrapped Around Your Fingers, spiazzanti ma di gran gusto le modifiche agli accordi di Next To You, bis con King Of Pain, So Lonely ed Every Breath You Take.
Dove sta la verità? Dove sta la fregatura? La reunion potrebbe essere dovuta al bisogno di soldi: pare strano, ma possibile. Chissenefrega, torniamo a ragionare piuttosto sul prezzo dei biglietti (€ 50,00 per il prato!) e delle prevendite (€ 7,00 per ?): non sono certi incentivi per chi vuole godersi un concerto. I vecchi starebbero meglio a casa loro? Copeland suona la batteria con un gusto e un’energia che certi ventenni se li sognano, Summers sa suonare con tecnica e mestiere (65 anni, non 14) e Sting canta come sappiamo. I pezzi suonano datati? Allora perché nel pubblico c’erano ragazzi di 18 anni? Forse ci si è voluti immergere per circa due ore in una pagina di enciclopedia musicale, con tre musicisti che parevano venti, che sono padri e nonni e hanno ormai poco a che vedere col rock. Chissenefrega un’altra volta.
Discografia consigliata:
– Outlandos d’Amour, A&M, 1978
– Regatta de Blanc, A&M 1979
– Ghost in the Machine, A&M, 1981
– Synchronicity, A&M, 1983
– Live!, A&M, 1995
– The Police, A&M, 2007