Anche da un male può, in certi casi benevoli, scaturire un bene, contro la forza bruta della natura che a volte sussulta per riassettarsi, incurante dei guai che può combinare, l’armonia dell’insieme si può in parte ricostituire, riaffermando l’eterno valore del bello. Il bello è anche buono dicevano gli antichi e Ferrara dopo il sisma che l’ha recentemente colpita, si rifugia nella contemplazione dell’arte per ricominciare, fedele allo spirito pragmatico e indomito della gente emiliana romagnola.
Chiusa la Galleria di arte moderna di Palazzo Massari per lavori di consolidamento, anche le collezioni ospitate avrebbero dovuto restare nei depositi. Al fine di renderli invece fruibili, si è deciso di dare loro la massima visibilità con la esposizione a Palazzo dei Diamanti (13 ottobre 2012 – 13 gennaio 2013) nella speranza che l’esposizione serva anche a sensibilizzare alla salvaguardia di questo e degli altri tesori di cultura danneggiati dal terremoto.
Boldini è il fulcro di attrazione e di sicuro richiamo della rassegna, ma i comprimari che in questo caso lo attorniano sono di tutto rispetto a cominciare da Previati, Boccioni, Sironi, fino a Funi e De Pisis. Si è voluto ricreare lo spirito dell’arte pittorica italiana fra Ottocento e Novecento con applicazioni e spunti riferibili alla vita sociale, alla politica, alla letteratura. Lo si è fatto riportando in primo piano figure considerate minori accomunate dalla comune appartenenza all’area della terra ferrarese, a cui spesso tornavano dopo esperienze costruttive a Parigi e a Roma.
Celebrazione del passato estense, una delle Corti più fervide di cultura e di artisti del Rinascimento, i ferraresi si sono sempre dimostrati pronti a cogliere le variazioni di stile e la nuova poetica della pittura al mutare degli scenari sociopolitici della città. Reminiscenze etrusche e anticipazioni futuriste convivono in questi pittori abili mestieranti nel senso nobile del termine, artigiani umili e vigorosi non toccati però dal tocco del genio.
Roberto Melli e i suoi dolenti ritratti con i volti sempre più evanescenti con l’ovale irregolare e occhi, labbra, naso solo vagamente accennati, i ruderi scheletrici di Buzzacchi, sembrano testimoniare in modo metaforico gli sgretolamenti etici morali di un dopoguerra non ancora risanato.
La speranza di una resurrezione, di una rinascita uscita dal vaso di Pandora pare essersi rifugiata fra il tripudio di petali bianchi e rosa de I grandi fiori di Casa Massimo di De Pisis realizzato nei primi anni trenta quando si sperava che mai più si ripetesse la follia della guerra.
Siamo ancora prevalentemente alla rappresentazione visibile della realtà, ma di un realismo magico applicato in letteratura da Massimo Bontempelli, a sguardi e atteggiamenti malinconici, che chiedono di andare oltre il visibile per cogliere le suggestioni nascoste dell’anima. La mostra ferrarese colma un vuoto portando alla ribalta un periodo scarsamente esplorato realizzando una mostra non accattivante per il grande circo turistico dei circuiti d’arte, ma offrendo una selezione emblematica e rigorosa.
Boldini, Previati e De Pisis. Due secoli di grande arte a Ferrara
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
13 ottobre 2012 – 13 gennaio 2013
A cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Chiara Vorrasi
Organizzatori
Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio
Informazioni e prevendita
Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it