Quindici anni, trecentotrentun episodi: tanto è durato E.R., il serial che ha rivoluzionato il modo di fare una certa televisione. Tanti dottori si sono avvicendati, innumerevoli pazienti si sono affidati alle cure del Policlinico di Chicago, ma nonostante tutti i cambiamenti la serie ha sempre mantenuto inalterata la propria anima. E ora, come ogni bella avventura, anche questa è giunta al termine.
C’è una certa ciclicità nella series finale di E.R., una fine che in fondo è solo un nuovo inizio. E le analogie con l’altro inizio, quello datato addirittura 1994, sono tanto volute quanto indovinate. A partire dalla scena d’apertura: l’infermiera Lydia (ricomparsa per l’occasione, mancava sul set dal 2003) va a svegliare un dottore che approfitta della momentanea calma per riposare qualche minuto. Nell’episodio pilota si trattava di Mark Greene, oggi è Archie Morris. Come in quell’esordio, anche stavolta la puntata copre un arco di 24 ore (iniziando e concludendosi alle 4 del mattino), e ci mostra un’ampia varietà di casi medici, alcuni comici (il bambino che ha inghiottito il rosario è un altro omaggio al pilot) e altri drammatici. Inoltre, dettaglio dall’importanza non secondaria, torna ad allietarci la storica sigla d’apertura che mancava ormai dalla dodicesima stagione.
L’apertura del Joshua Carter Center, nuova clinica per i più bisognosi, è un’occasione per riunire alcuni vecchi volti: Kerry Weaver, Susan Lewis, Peter Benton, Elizabeth Corday (in città con Rachel, la figlia di Mark, in procinto di diventare medico). Si rivede perfino Kem, la moglie di John con cui le cose non vanno tanto bene. Al policlinico invece si susseguono i casi di una ragazzina in coma etilico per uno stupido gioco finito male, di un uomo con l’AIDS che scopre di avere un cancro terminale, di un anziano che deve accettare la morte della moglie e di una donna che muore dopo aver dato alla luce due gemelli. Alcuni di questi andranno a costituire un importante bagaglio di esperienza per la giovane neo tirocinante Julia Wise (un’apprezzatissima Alexis Bledel, che fa quasi venire voglia di una sedicesima stagione). Nel finale si apprende di un gruppo di feriti in arrivo con le ambulanze. Lo staff, Carter compreso, si schiera nel parcheggio pronto a fare il proprio lavoro: ricomincia la corsa per salvare delle vite, mentre l’inquadratura si allarga e per la prima volta in quindici anni vediamo l’esterno del County General nella sua interezza.
L’ultima stagione del padre di tutti i medical drama ci ha regalato i ritorni di tanti dei vecchi protagonisti, e in questo episodio è stata particolarmente toccante la scena al bar con John, Susan, Peter, Kerry, Elizabeth. E ancora di più l’abbraccio tra Carter e Benton: un tempo rispettivamente studente e temutissimo maestro, oggi colleghi con una grande stima reciproca. Ma è anche tempo di far spazio alle nuove generazioni, che con Chaz Pratt e soprattutto Rachel Greene riescono comunque a garantire continuità con il passato. E se all’inizio Carter era un inesperto tirocinante per il quale il dottor Greene era un punto di riferimento, oggi è lui a diventare un riferimento per un nuovo dottor Greene, Rachel. Un ciclo che si chiude.
E.R. se ne va così, come era arrivato. Niente colpi di scena clamorosi, niente esplosioni apocalittiche, niente tragedie se non quelle quotidiane di coloro che perdono un loro caro. Un’uscita di scena con classe, nel rispetto di una tradizione durata tre lustri. Diverse storie rimangono addirittura in sospeso. Tra Tony e Sam c’è un riavvicinamento, ma non è il classico lieto fine “da ultimo episodio”. E lo stesso riguarda Carter: il suo matrimonio è ancora in crisi, lui stesso non sa se tornerà a lavorare al Policlinico o se prenderà altre strade. Ma è giusto così, perché E.R. non è mai caduto nei cliché, e a dispetto del luogo di ambientazione è sempre stato un telefilm che al centro delle proprie storie ha la vita. E la vita non funziona così, non c’è per forza un lieto fine: si va avanti, si continua con il lavoro di tutti i giorni, la gente continuerà ad ammalarsi e i medici a curarla. Fino alla fine E.R. ci ha emozionato, ci ha divertito, ci ha commosso. E ora che è finito, ci mancherà.
TITOLO ORIGINALE: And in the end…
PRIMA TV USA: 2 aprile 2009 – NBC
PRIMA TV ITALIA: 19 giugno 2009 – Rai Due
DIRETTO DA: Rod Holcomb
SCRITTO DA: John Wells
CAST: Noah Wyle (John Carter), Laura Innes (Kerry Weaver), Sherry Stringfield (Susan Lewis), David Lyons (Simon Brenner), Alex Kingston (Elizabeth Corday), Parminder Nagra (Neela Rasgotra), John Stamos (Tony Gates), Linda Cardellini (Samantha Taggart), Scott Grimes (Archie Morris), Eriq La Salle (Peter Benton), Angela Bassett (Catherine Banfield).