“E se covano i lupi” di Paola Mastrocola

Il significato dell'attesa

In “Che animale sei?” avevamo lasciato Anatra e Lupo insieme. In questo romanzo, che ne rappresenta il seguito, ritroviamo la bizzarra coppia cui migliaia di lettori si erano affezionati, e scopriamo che il lupo ha ora le vesti di un colto professore di filosofia, mentre Anatra ha fatto le sue prime tre uova. La cova delle uova sembra, agli occhi del lupo, aver dato improvvisamente alla vita della propria compagna un senso e una “concretezza” che prima mancava.

Lupo, filosofo nel cuore, totalmente privo di tale “concretezza” decide di cambiare i ruoli genitoriali, e si dedica alla cova delle uova dando ad Anatra l’occasione di vedere il mondo, oltre a un orologio-timer che suonerà ventiquattro ore prima della nascita dei piccoli. A partire da questa bizzarra inversione di ruoli nasce la nuova favola di Paola Mastrocola.

I due compagni di vita percorrono due strade parallele, l’uno in cerca del senso dell’attesa , incontrando buffi e simpatici compagni di viaggio, scoprendo l’amicizia profonda e la dedizione che solo un grande affetto possono scatenare, l’altra volando alla ricerca di se stessa, mettendosi infine alla prova nel ruolo di giornalista e scoprendo per la prima volta che stare semplicemente seduta ad “aspettare” non è una cosa contemplabile nel mondo. Anatra infatti dovrà scontrarsi con la dura realtà dei fatti: ovunque ci si sieda, semplicemente, per “aspettare” spunta sempre qualcuno che si auto investirà dell’onere di darle qualche incarico, obbligo, responsabilità.

L’attesa, nel percorso di una vita, non può limitarsi a stare seduti su una panchina ad aspettare, l’attesa diventa essa stessa un percorso, durante il quale ognuno di noi si fa carico di impegni e responsabilità che permettono di crescere, di scoprirsi e capirsi, alla luce di ciò che “il mondo” giorno dopo giorno ci chiede.
Questo romanzo insegna come ogni giorno, ogni singola esperienza diventi un’esperienza di crescita, e come trasformare gli stimoli esterni in occasioni di formazione e di esperienze di vita che permettono di diventare persone migliori per noi e per chi ci sta accanto, permettendoci di ricostruire al nostro ritorno un nuovo equilibrio che faccia spazio anche al “bagaglio” che ognuno di noi si può portare a casa dal proprio viaggio.

Il nuovo romanzo della docente torinese tanto amata dai suoi lettori racconta il senso dell’attesa, e di come per diventare genitori sia necessario prima scoprire il proprio percorso. Il tema della genitorialità sfuma, nel corso del romanzo, per dare spazio alla scoperta di sé stessi e dell’ingresso nel mondo “adulto”.
Come in ogni suo romanzo Paola Mastrocola propone la struttura narrativa della favola e un registro semplice per costruire romanzi di formazione che affrontano i grandi temi dell’educazione, e che possono essere destinati ad un pubblico bambino quanto ad un pubblico adulto.

Nata e cresciuta a Torino, laureata in Lettere. Dopo un periodo come docente di Letteratura Italiana all’università di Uppsala, attualmente insegna lettere nel liceo scientifico di Chieri (Torino). Svolge anche una intensa attività di scrittrice, inizialmente di libri per ragazzi, poi soprattutto di romanzi. La sensibilità educativa e l’esperienza didattica si traducono in situazioni narrative nelle quali il riferimento, spesso graffiante, alla realtà della scuola italiana di questi ultimi anni si accosta ad aspetti volutamente antirealistici. Per scrivere uno dei suoi romanzi, ha abbandonato una classe nell’anno dell’esame di Stato.

Si è resa nota al grande pubblico grazie al suo primo romanzo, La gallina volante, con il quale ha vinto diversi premi letterari. Successivamente è stata finalista al Premio Strega nel 2001 e ha vinto il Premio Campiello nel 2004.
E se covano i lupi” è il suo ultimo romanzo del 2008.

Paola Mastrocola, E se covano i lupi, Casa Editrice Guanda, 2008, pp. 217, euro 15.00.