“E se vivessimo tutti insieme?” di Stéphane Robelin

La comune dei vecchietti

Con la crisi della famiglia allargata e l’affermazione di quella nucleare, dopo una serata con gli amici più cari: una cena ben fatta, eccellenti libagioni e chiacchiere vivaci, non si può non pensare che un domani, in un futuro non troppo lontano, potrebbe essere un buon antidoto rifugiarsi insieme in un luogo accogliente, con un giardino arruffato di fiori, un orto e il reciproco sostegno per percorrere insieme l’ultimo tratto di vita.

Per il cast è di rigore l’ordine alfabetico: Guy Bedos, Geraldine Chaplin, Jane Fonda, Claude Rich e Pierre Richard, sono Jean, Annie, Jeanne, Claude e Albert, due coppie e un irriducibile single, tutti amici di lunga data. Diversi sì, ma legati da una vita trascorsa insieme, in compagnia di buone bottiglie, lotte non sempre da tutti condivise e amori conosciuti e segreti. Giovani negli anni ’70, ognuno invecchia a modo suo, con una personale interpretazione del tramonto. Poi un giorno, il figlio di Claude, preoccupato – forse più per se stesso – costringe il padre ad andare in una casa di riposo.

Gli amici lo vanno a trovare e inorridiscono perché steso nel letto è invecchiato improvvisamente. La decisione si fa urgente: tutti a vivere nella casa di Annie e Jean, la più spaziosa, quella con il giardino; ma adattarsi a un nuovo spazio o accettare di condividere il proprio con altri non è facile. Il desiderio di stare insieme, di sostenersi, di difendersi dai figli e dalla vita che fugge si scontra con le incrinature della quotidiana convivenza e, stando così vicini, anche con l’emergere di un passato sopito.

Apprezzabile è il tentativo di rimettere le cose a posto per dire che, contrariamente a quello che si pensa, la vecchiaia può essere un’altra cosa. Stéphane Robelin racconta di vecchietti allegri e malinconici, vitali e in fuga da se stessi e dalla solitudine. Racconta il sesso, i rimpianti, la malattia e la morte. Vuol far sorridere della demenza senile e delle originali disposizioni per la dipartita di una pimpante signora in fase terminale. Con la complicità dei suoi attori, il regista cerca di sottrarre peso e di mettere in scena consapevolezza, vitalità e sofferenza. Ne risulta una commedia dai toni brillanti che sfumano fino a raggiungere quelli più amari.

Scopo è di restituire complessità alla parte della vita che soffre maggiormente di rappresentazioni convenzionali, in cui il corpo è negato, perché non più presentabile come oggetto del desiderio e così preda della tipizzazione che porta a due modelli contrapposti: coloro che sanno invecchiare, che sono saggi e possono dare ancora qualcosa e quelli che non si rassegnano, trasformandosi in macchiette puerili e imbarazzanti, soprattutto nell’accezione femminile. Dunque, si ride e si storce la bocca, ma quel che promette il film non riesce poi a mantenerlo: se indubbiamente il regista tende ad allargare una visione tradizionalmente costretta, è sui personaggi più estremi, e quindi più fragili, come lo sono Jeanne e Claude, che rischia di cedere a rappresentazioni più artificiose, e quella voglia di leggerezza diventa inevitabilmente una zavorra.

Resta comunque il pensiero che, fatta la tara di tutte le difficoltà che porta con sé la convivenza e cercando di sfuggire a deludenti idealizzazioni, la comune dei vecchietti potrebbe essere una buona soluzione per il futuro.

Titolo originale: Et si on vivait tous ensemble?
Nazione: Francia
Anno: 2011
Genere: Commedia
Durata: 96′
Regia: Stéphane Robelin
Sito ufficiale:
Cast: Guy Bedos, Daniel Brühl, Geraldine Chaplin, Jane Fonda, Claude Rich, Pierre Richard, Bernard Malaka, Camino Texeira, Gwendoline Hamon, Shemss Audat, Gustave de Kervern
Produzione: Les Films de la Butte, Rommel Film, Studio 37
Distribuzione: Parthénos
Data di uscita: 29 Novembre 2012 (cinema)