Venezia e Firenze in questi giorni a confronto con l’opera di Strauss, si affidano a grandissimi registi e a solide bacchette
Elettra è sola, è fredda, è distaccata. Vive la sua rovina interiormente, incompatibile con il mondo al di fuori di se stessa: è in carcere.
La regia di Klaus Michael Grüber e le scene di Anselm Kiefer proprio questo rappresentano. Una spoglia e fatiscente prigione dove la madre Clitemnestra costringe Elettra, è simbolo di decadimento morale e di un destino ineluttabile. Un cortile interno buio, ma illuminato da ancelle guardiane e carceriere, rende l’atmosfera agghiacciante ed infatti la regia è giocata tutta sull’interpretazione dei singoli più che su un disegno complessivo.
Elettra è vittima di se stessa e la scrittura musicale postwagneriana esalta questa tensione in un declamato-cantato molto efficace. Gabriele Schnaut gioca la sua interpretazione sull’alterità del personaggio, arrivando alla fine provata da una presenza in scena costante.
Clitemnestra, Mette Ejsing è presagio di morte e il suo mantello irrigidito come un macigno è sinonimo dell’inflessibilità alla situazione evidente.
Crisotemide, Elena Nebera, si presenta come la vita, come ultimo bagliore di speranza che l’avvenire non sia nero come sembra ma come poi è.
Eliahu Inbal, nuovo direttore stabile del teatro, convince per la drammaticità e peso sonoro, affilando la sua orchestra fino all’urlo più disperato.
Elektra, tragedia in un atto op. 58 – libretto di Hugo von Hofmannsthal – musica di Richard Strauss
maestro concertatore e direttore: Eliahu Inbal
regia Klaus Michael Grüber
scene e costumi Anselm Kiefer
light designer Guido Levi
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – direttore del Coro Alfonso Caiani
allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli (Premio Abbiati 2004)
personaggi e interpreti principali: Clitemnestra: Mette Ejsing- Elettra: Gabriele Schnaut (28/2,2/3,5/3,8/3)/Brigitte Pinter(11/3) – Crisotemide: Elena Nebera – Egisto: Kurt Azesberger – Oreste: Peter Edelmann – Il precettore di Oreste: Duccio Dal Monte – La confidente: Liesl Odenweller – L’ancella dello strascico: Gundula Hintz – Un giovane servo: Iorio Zennaro – Un vecchio servo: Vito Maria Brunetti – La sorvegliante: Alexandra Wilson – Prima ancella: Kismara Pessatti – Seconda ancella: Julie Mellor – Terza ancella: Melanie Maennl – Quarta ancella: Gundula Hintz – Quinta ancella: Eva Oltiványi
Durata 1 ora 50 min.
www.teatrolafenice.it