Fine settimana di sole dopo l’uragano del venerdì, ombrellone in ultima fila (costa meno). All’ombra del chiosco in fiore, un mojito e una matita spuntata, per sentirsi un po’ l’Hemingway del sudoku, ed ecco che dallo stereo del bar giungono note familiari. Scatta una sorta di effetto nostalgia misto ad incredulità: le canzoni che dieci, quindici anni fa abbiamo ballato in discoteca, alle feste, da soli nella nostra stanza con la radio a tutto volume, ora suonano dolci, strazianti, in una elegante veste acustica.
Forse è giunto il momento di accantonare il revival degli anni ’80 che ci ha fatti tornare, è vero, tutti un po’ più giovani ma che ci ha rifilato come chicche di oggi le schifezze di ieri (è successo anche col cinema, ed ora Viva la foca è più citato di C’era una volta in America). Forse è il momento di riscoprire la dance degli anni ’90. Che, per quanto commerciale, aveva una caratteristica: le canzoni erano delle signore canzoni. Solide dal punto di vista della melodia, poetiche nei testi, propriamente dance soltanto negli arrangiamenti.
A dimostrazione di questa teoria giunge il disco di Sagi-Rei, chitarrista di origine israeliana, già voce per alcune firme della dance italiana ed ora raffinato cover man impegnato a (farci) rivalutare l’humus musicale in cui è cresciuto come artista. Nel suo album, dodici escursioni nel tempo perduto: da What is love? di Haddaway a All around the world di Lisa Stansfield, passando per le meno nobili Rhythm is a dancer degli Snapp e Freed from desire di Gala. La formula è semplice: ripulire i brani dai pesanti arrangiamenti elettronici, restituire alla voce (che Sagi-Rei controlla con sorprendente precisione, anche dal vivo) un ruolo primario, far risaltare l’armonia. Ne escono dodici ballate eccezionali, alcune delle quali profondamente interiorizzate (struggente la sua versione di Your loving arms, di Billie Ray Martin), altre insospettabilmente sorprendenti (L’amour toujours, di Gigi d’Agostino, brano che ha segnato l’inizio di questo percorso artistico).
Nel suo disco, Sagi-Rei indirettamente riflette su cosa sia una cover: un lavoro di decostruzione del brano originale, di studio e di analisi (che vengono spontanee a chi affronta sensibilmente il processo di appropriazione del materiale altrui, ossia al cosiddetto interprete), e di restituzione di un prodotto finito che si discosta dall’originale per questioni di identità ma mantiene vivo il legame con la fonte in nome della riconoscibilità. Insomma, un processo ri-creativo.
Con gli amici over 25 si può giocare a riconoscere i brani prima che scatti il ritornello, mentre i più giovani e i più anziani possono ascoltarlo come un disco a sé, di notevole spessore interpretativo.
Curiosità: l’album esce in Europa col titolo Emotional songs (orientato a descrivere il prodotto finito, le cover) mentre in Inghilterra si fa strada col titolo Dance Acoustic Chill (che mantiene esplicito il legame con la fonte, ed è corredato da una ben più brutta copertina).
Ecco la tracklist di Emotional Songs:
1. Your Loving Arms (Billie Ray Martin)
2. All Around The World (Lisa Stansfield)
3. Freed From Desire (Gala)
4. Right In The Night (Jam & Spoon)
5. Rhythm Is A Dancer (Snap)
6. L’amour toujours (Gigi D’Agostino)
7. Show Me Love (Robin S)
8. Crayzy Man (Blast feat. V.D.C.)
9. Free (Ultra Naté)
10. Gypsy Rhythm (Raul Orellana)
11. What Is Love (Haddaway)
12. Wrap Me Up (Alex Party)