Fuori Concorso
A San Paolo, in Brasile, il brutale serial killer Josefel Zanatas, detto Zé do Caixao, autore di un’infinità di orripilanti delitti, viene rimesso in libertà dopo quarant’anni di reclusione. Convinto che la chiave dell’immortalità sia celata nel sangue, appena esce dal carcere inizia la ricerca di una donna con cui concepire il figlio perfetto, in modo da continuare in eterno la sua esistenza.
Un film horror al 100%, perfetto nel suo genere. La storia folle e al di là di ogni spiegazione razionale è raccontata lasciando alcuni nodi narrativi giustamente poco chiari, avvolti in un’aura di autoironia. Se il film si fosse preso sul serio, avrebbe rischiato di sprofondare nel ridicolo come altri horror. Tutta la trama è animata da una macabra comicità. Il regista, anche attore nella parte principale, interpreta il ruolo di Josefel in maniera egregia, portando all’estremo la sua pazzia. I personaggi di contorno sono azzeccatissimi, dal monaco Eugenio all’aiutante Bruno (che rimanda a Igor di Frankenstein). Tutti d’aspetto grottesco, recitano sopra le righe, così aumentando l’aria fumettistica dell’intera opera.
Questa viene resa soprattutto grazie a opportune scelte stilistiche. La fotografia contrastata e dai colori forti, con una dominante di giallo decadente, regala un’atmosfera di rovina ai bassifondi della città brasiliana. Inquadrature per lo più fisse, con angolazioni forti e una preferenza per gli obiettivi a focale corta rimandano alle vignette di tanti fumetti orrorifici. Altro punto forte del film è la sua energia, trasmessa grazie a un ottimo ritmo narrativo e invenzioni di sceneggiatura inaspettate. Complici anche una suggestiva colonna sonora e vivaci effetti di montaggio.
Non si pensi, però, che sia un prodotto appartenente al filone “trash” (Toxic Avenger per intendersi), dove venivano attuate di proposito scelte stilistiche “brutte”, poi in seguito rivalutate da cineasti come Quentin Tarantino. José Mojica Marins, invece, conduce un’accurata ricerca formale. Autore di notevoli trovate visive, conferisce all’insieme del film un senso allucinato e onirico, come nella scena del viaggio ultraterreno. Scenografie e costumi aiutano nell’accrescere la potenza visiva del lavoro.
Ovviamente, è una pellicola che si rivolge ad un pubblico ben preciso, abituato a vedere sullo schermo un’efferata carneficina. I trucchi ed effetti speciali splatter, di Kapel Furman, sono veramente ben fatti e raggiungono i livelli dei grandi Kurtzman, Nicotero & Berger. La violenza raggiunge livelli estremi, mai visti prima. Eccessivo nello spargimento di sangue e nel sadismo, fa quel che riesce meglio a questo genere cinematografico. Divertire mostrando esempi di ferocia inimmaginabili. Innegabile la bravura artistica di chi lavora su questi film. Suscitare timore, l’emozione più antica nell’uomo, è un compito difficile e riuscirci è spesso un’impresa rischiosa. Mojica Marins e la sua troupe hanno decorosamente superato le insidie che si presentano per i realizzatori di film horror, creando un’opera stupenda. Per chi adora questo genere, Encarnaçao va obbligatoriamente visto.
In collaborazione con Filmagazine.it
Titolo originale: Encarnação do Demônio
Nazione: Brasile
Anno: 2008
Genere: Horror
Durata: 90′
Regia: José Mojica Marins
Sito ufficiale: www.encarnacaododemonio.com.br
Cast: Raymond Castile, Eduardo Chagas, Milhem Cortaz, Giulio Lopes, José Mojica Marins, José Celso Martinez Corrêa, Luís Melo, Débora Muniz, Rui Resende, Jece Valadão
Produzione: Gullane Filmes, Olhos de Cão Produções CinematográficasData di uscita: Venezia 2008