Enciclopedia delle arti contemporanee: Il tempo interiore


A Venezia la presentazione del secondo volume a cura di Achille Bonito Oliva

Correspondances fra Palazzi Enciclopedici.

L’Enciclopedia delle arti contemporanee è un progetto di “enciclopedia del presente” che mira ad analizzare “le molteplici forme nei diversi linguaggi artistici del XX e del primo decennio del XXI secolo”: così recita la scheda del volume, il secondo in ordine di pubblicazione, incentrato sul topos novecentesco del tempo soggettivo, inteso nell’accezione bergsoniana di tempo come successione degli stati di coscienza. 
Innanzitutto, il volume presenta assonanze e “riflessi speculari” con la Biennale di Gioni, in quanto alla base vi è l’idea di un’Enciclopedia intesa non come mero accumulo nozionistico, ma come tentativo di liberarsi dallo spaesamento tramite l’intelletto, al fine di costruire (o di ricostruire) una nuova impalcatura di senso. Questo volume, inoltre, esattamente come l’Esposizione d’Arte, è una possibile Enciclopedia che parla di altre possibili Enciclopedie. 
Il Tempo, come ricordato dal critico Achille Bonito Oliva, sfugge alla sua definizione e alla sua stessa misurazione; anche grazie alla psicanalisi ed alla fisica, Arte e Scienza ne hanno rimesso in discussione lo scorrere oggettivo (ampliando conseguentemente la propria riflessione nei confronti della dimensione spaziale). 
Pertanto, in mezzo ad un tale disancoramento, occorre che ci sia un nuovo ruolo per l’Arte; a lei, infatti, spetta il tentativo e il compito di riconquistare la memoria e le immagini per poi ricomporle in creazioni, in Universi.

La ricollocazione e ricreazione in Universi deve essere trasposta anche spazialmente, attraverso una nuova organizzazione architettonica; come accaduto per la nuova Biennale, l’Arte deve, attraverso aperture, chiusure, scoperte, contribuire a scandire gli spazi della vita. 
Entrambi i progetti, la Biennale e l’Enciclopedia, vengono definiti dallo stesso Gioni “macroscopici e deliranti”; tuttavia, egli aggiunge che “l’importante è avere voglia, coraggio e utopia, altrimenti non v’è creazione e neanche conoscenza”.
Come in Biennale si dispiegano, nei padiglioni, cosmi polverizzati, mondi compatti poi disgregati, così l’Enciclopedia nasce come tentativo di “assommare detriti partendo dal concetto di Tempo”; l’emblema che meglio rappresenta questo inesorabile sfaldamento è quello dell’orologio o, meglio, della clessidra (“orologio a polvere”).

Pertanto, il tempo interiore è il tempo della modernità, che è tempo degli errori – e quindi della libertà (attraverso questo concetto è possibile comprendere come la Biennale diventi Enciclopedia del Possibile). Tuttavia, data l’assenza di confini nell’ambito del visivo e l’insufficienza di ogni tentativo di sistematicità, come ordinare i materiali dell’Enciclopedia? Tale difficoltà di specificità è accompagnata da una sorta di collasso di tutte le immagini sulle altre. Cosa è possibile trovare dopo aver compreso che le varie categorie “moderniste” sono ormai vuote di significato? 
In risposta a tali quesiti, le opere d’arte devono inventare una nuova storicità e riformare radicalmente l’idea di contemporaneità. Occorre vedere nell’opera d’arte un modello “politico”, necessario al fine di recuperare la memoria e di riattivare ciò che è stato celato. 
Per quanto concerne l’ambito musicale, il problema fondamentale sembra essere quello della soglia tra suono e silenzio, in particolare il passaggio fisico, all’inizio del pezzo, tra silenzio e suono, in cui è possibile sentire la membrana del tempo, attraverso “un’attesa che già prevede quello che sta succedendo”.


Un’ulteriore difficoltà riguarda la dicotomia dello svanire del lavoro musicale (nell’atto stesso della sua esecuzione) e del permanere del suono nella partitura; il compositore è obbligato a lavorare “il tempo nello spazio”, deve trasformare il proprio tempo soggettivo nello spazio di scrittura della musica (in una foresta segnica). Occorrerebbe, alla luce di una “soggettivizzazione”del Tempo, abbandonare questa cronologia dell’ascolto, in altre parole bisognerebbe permettere all’uomo di “staccare i suoi artigli dal Tempo” e di perdere la sua capacità di attesa, ritrovando il cosiddetto Tempo Vergine. 
Riguardo alla fotografia, essa è il linguaggio visivo che più di tutti, forse, scava nella dimensione cronologica, in quanto afferma che “quello che c’è è stato”; in altre parole, essa scatena l’immaginario ma fissa la realtà e trae forza espressiva da tale ambivalenza enigmatica.

Vi sono, inoltre, come ricordato da Gioni, ulteriori parallelismi con la Biennale del 1993, basati sull’idea di una sorta di intelligenza collettiva e sulla passione per l’anacronismo, dovuto alla cura dei depositi del passato in cui si coltiva l’idea di immortalità.
Al termine della presentazione, Bonito Oliva riassume i temi principali trattati durante questo percorso di scoperta del volume, ricordando che il Tempo nel XX secolo “sposta, modifica, fa deragliare tutti i linguaggi”; nel post-moderno, in particolare, l’Enciclopedia acquista un accento di eroismo, in quanto la sua grandezza è il fallimento. Il critico, infine, elogia il lavoro svolto dalla casa editrice Electa nel combattere la crescente entropia editoriale.

Enciclopedia delle arti contemporanee. Il tempo interiore /
AUTORE /
Achille Bonito Oliva
ISBN /
978883709163
ANNO PUBBLICAZIONE /
2013
PREZZO /
75 EURO
EDITORE /
Electa
IN LIBRERIA /
2 aprile 2013
PAGINE TOTALI /
432
ILLUSTRAZIONI /
123