“Ermione” di Gioachino Rossini

La primadonna: Ermione

Inaugura il ventinovesimo Rossini Opera Festival una delle opere del Pesarese meno fortunate al debutto, nel 1819, e tutt’oggi poco rappresentate.

Grandiosa opera seria risalente al periodo napoletano, Ermione è primo tentativo di ampliare il dettato drammatico verso una apertura delle forme, superando il modello belcantistico e allargando il numero chiuso, così da essere presagio di forme e atmosfere che si ritroveranno a breve nel periodo parigino, anticipatore romantico.

Di derivazione raciniana, il dramma di Andrea Leone Tottola si inscena a nella reggia di Pirro, un luogo chiuso che Daniele Abbado, con Graziano Gregori alle scene, Carla Teti ai costumi e Guido Levi alle luci, ricrea in modo astratto. Uno spettacolo piuttosto asciutto da storicismi e da riferimenti visivi che richiamino allo spettatore qualche cosa che possa distoglierlo dal cogliere la drammaturgia tragica degli eventi.

Un impianto scenico fisso, costumi senza tempo, vogliono concentrare lo sguardo sulle antinomie che i personaggi hanno e sulla ricerca ossessiva, come ha confidato Abbado, che ognuno di loro ha di un capro espiatorio che giustifichi le propire azioni. Bellissime le luci, che colgono e sottolineano al pari dei più comuni elementi scenici, le sfumature e le emozioni dei personaggi.

Ermione si definisce un ruolo Colbran, che negli ultimi anni vede come attenta esecutrice Sonia Ganassi: da mezzo soprano, la Ganassi si sta spvente avventurando nel registro della celebre prima moglie di Rossini, dotata di una estensione formidabile. La reggiana Ganassi regge il peso di un ruolo che mette a dura prova la sensibilità di un interprete che fa continuamente i conti con un personaggio in contraddizione. Bene hanno fatto anche gli altri interpreti in ruoli scritti per cantanti del calibro di Giovanni David, Andrea Nozzari e Rosmunda Pisaroni: cristallino e lucente l’Oreste di Antonino Siragusa, deciso e imperioso Pirro di Gregory Kunde, e vittima consapevole, Marianna Pizzolato.

Benissimo l’esecuzione del pesarese di formazione, Roberto Abbado, al debutto al Rof, che ha saputo mantenere salda e attenta la tensione nervosa crescente, abbandonandosi a suggestioni da finissimo interprete rossiniano.
Buon successo e qualche piccolo dissenso, del tutto inappropriato, per il regista.

ERMIONE: Azione tragica in due atti di Andrea Leone Tottola – Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Universal Music Publishing Ricordi, a cura di Patricia B. Brauner e Philip Gossett
Direttore ROBERTO ABBADO – Regia DANIELE ABBADO (Regista collaboratore BORIS STETKA) – Scene GRAZIANO GREGORI – Costumi CARLA TETI – Progetto luci GUIDO LEVI
Personaggi e Interpreti:
Ermione SONIA GANASSI
Andromaca MARIANNA PIZZOLATO
Pirro GREGORY KUNDE
Oreste ANTONINO SIRAGUSA
Pilade FERDINAND VON BOTHMER
Fenicio NICOLA ULIVIERI
Cleone IRINA SAMOYLOVA
Cefisa CRISTINA FAUS
Attalo RICCARDO BOTTA
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA e CORO DA CAMERA DI PRAGA
Maestro del Coro Jaroslav Brych
durata dello spettacolo: 2 ore e 50 min.
www.rossinioperafestival.it