Rosa Martinez, la curatrice dell’esposizione Sempre un po’ più lontano, allestita presso l’Arsenale ha ricordato, durante l’inaugurazione ufficiale della 51° Esposizione Internazionale d’Arte, che l’arte non deve mai separarsi dalla libertà e dall’uguaglianza.
L’esposizione dell’Arsenale è il trionfo dell’idea espressa dalla Martinez: arte è uguaglianza tra i sessi, ma anche tra artista e spettatore.
L’allestimento, che si snoda lungo i vasti padiglioni dell’Arsenale, si apre polemicamente con le Guerrilla Girls, un gruppo di artiste americane che si battono per l’uguaglianza tra sessi nel campo artistico in cui le artiste sono solo il 3%. A cavallo tra l’arte del riuso dei materiali e la provocazione femminista si pone il lampadario realizzato con assorbenti interni Ob di Joana Vasconcelos, mentre Subodh Gupta descrive la condizione femminile con un’installazione realizzata con pentole di acciaio inossidabile.
Molto più interessanti i disegni degli anni ’70, quasi infantili, della turca Semina Berskoy (1910 – 2004) dedicati al rapporto tra uomo e donna. L’associazione arte – femminilità non può non divenire, forse un po’ scontatamente, accusa: Regina Josè Galindo presenta un video che denuncia la ricostruzione dell’ imene artificiale.
Tuttavia ricondurre l’intero allestimento della Martinez sotto l’etichetta di Biennale femminista è molto riduttivo perché, oltre a questo tema certamente evidente, gli spazi dell’Arsenale seguono il filo della fantasia, l’idea di Corto Maltese dell’andare sempre un po’ più lontano. Lontano, nel mondo dell’arte, vuole dire andare verso nuove tecniche artistiche, come il video molto presente in mostra, o verso una concezione artistica in cui lo spettatore non è più oggetto passivo che osserva, ma parte attiva nella rappresentazione.
Hope Hippo di Allora – Calzadilla è un simpatico ippopotamo di fango che viene cavalcato da una ragazza che legge giornali e ogni tanto fischia attraverso un fischietto per attirare l’attenzione dello spettatore. Oppure The centre of attention in cui lo spettatore è chiamato a stendersi accanto ad una ragazza e diventare parte dell’opera d’arte. E non si può non citare l’installazione di Neuenschwander, fatta con macchine da scrivere, che invita lo spettatore a scrivere i suoi personali messaggi (al posto delle lettere si trovano dei punti) e ad appenderli al muro.
Quasi demodé nel contesto della Biennale, appaiono le foto in bianco e nero di Cristoma Garcia Rodero, liriche, superbe, di grandissimo valore artistico. Ritraggono soggetti particolari come processioni sacre e pagane (sfilate che ricordano il gaypride accanto alle processioni religiose siciliane), smorfie grottesche, paesaggi dalla forte valenza espressiva. Alas de maripoja è stupenda: una ragazza, di schiena all’osservatore, osserva il mare, suggerendo un profondo senso di libertà.
Una Biennale che si ispira a Corto Maltese non poteva non concludersi con una navicella spaziale, installazione giapponese di Mariko Mori, kitsch ed esagerata, che ricorda il mondo dei fumetti Il padiglione della Martinez è innovativo, forse un po’ azzardato, ma tutto sommato riesce a dare un’idea di quali siano le nuove frontiere dell’arte contemporanea, stretta tra il più pesante materialismo degli oggetti e l’apparente leggerezza delle nuove tecnologie multimediali.
51. Esposizione Internazionale d’Arte – Direttori: María de Corral – Rosa Martínez; Apertura al pubblico: 12 giugno – 6 novembre 2005; Sedi espositive: Giardini (chiuso il lunedì – escluso lunedì 13 giugno 2005); Arsenale (chiuso il martedì – escluso martedì 14 giugno 2005; Intero € 15; Ridotto € 12; Studenti/giovani € 8 (under 26 – studenti con tessera o libretto universitario) Formula Family € 34 (2 adulti + 2 under 14); Ufficio Stampa Arti visive Tel. 041 5218846; Fax 041 2411407; info www.labiennale.org