“FANTASMI”: IL TIB TEATRO E GLI SPIRITI DELLA TRAGEDIA GRECO-ROMANA

Secondo appuntamento della sezione “Gli Imbellettuali” all’interno della rassegna “Inchiostri”, ormai consueto e gradito appuntamento estivo a Chioggia

Sono fantasmi antichi quelli evocati e portati in scena dal Tib Teatro, giovane struttura di produzione teatrale che dal 1994 opera nel bellunese, spettri delle tragedie greche e latine prendono forma in un palcoscenico che si fa porta tra miti classici e pubblico moderno.

Liberamente tratto dal testo di Caterina Barone e Vico Faggi “Le metamorfosi del fantasma. Lo spettro sulla scena tragica: da Eschilo a Shakespeare” lo spettacolo incarna un’idea tanto semplice quanto originale e insolita: fornire una carrellata delle principali apparizioni funeree che popolano le maggiori tragedie dell’antichità e non. L’intuizione della regista Daniela Nicosia è azzeccata: una scena spoglia, solo un lungo telo bianco a simboleggiare il passaggio tra i due mondi, contornato da leggii di metallo vuoti, semichiusi e in ordine sparso, apparentemente casuale; l’elemento scenografico portante dell’intero spettacolo si rivela essere un sapiente gioco di luci, che assieme alla perfetta scelta musicale si fa parte integrante del tutto.

In questo scenario surreale si muovono i due attori, i bravi Solimano Pontarollo e Vania Bortot, sostenuti da una voce fuori campo che, seppur necessaria per introdurre lo spettatore ai diversi momenti dello spettacolo, risulta a volte eccessivamente didascalica. Si susseguono così le ombre del re Dario, dai Persiani di Eschilo, di Clitemnestra che urla vendetta chiedendo l’assassinio del figlio Oreste, le terribili profezie di Laio la cui nefasta apparizione coperta di sangue annuncia imminenti e terribili sventure per la città di Tebe.

La tensione emotiva cresce poco a poco ed è al culmine quando compare lo spettro di Agrippina cui Seneca, nella sua Octavia, fa pronunciare parole cariche di disperazione e funesti presagi per il futuro del figlio Nerone dal quale è stata assassinata.

Il chiostro del Museo S. Francesco si presta particolarmente per questo tipo di spettacolo e l’atmosfera è resa ancor più suggestiva da una serata che, a dispetto del calendario, risulta fredda e ventosa, il cielo è carico di nubi scure.

Il finale vede in scena lo spettro teatrale per eccellenza: quello dell’Amleto shakespeariano che pronuncia il celeberrimo monologo prima in italiano, lentamente, poi ricominciando da capo in inglese, accelerando gradatamente fino a che le luci si spengono del tutto.
Il Tib Teatro ha raggiunto il suo intento: rileggere miti e tragedie classiche con occhio moderno ma attento, esaltandone il valore e l’attualità.