FERZAN OZPETEK E LA NOSTALGIA DEL PRESENTE

Incontro con il regista e i protagonisti del film

Magnifica Presenza: anteprima torinese con il regista Ferzan Ozpetek e i protagonisti Elio Germano, Paola Minaccioni e Giuseppe Fiorello.

Quando il presente non ci rende felici, si guarda al passato con un misto di rispetto e nostalgia. E’ il fil rouge dell’ultimo anno cinematografico – The Artist, Hugo Cabret, Midnight in Paris – in cui entra a pieno titolo Magnifica Presenza, il nuovo titolo di Ferzan Ozpetek film sulla paura e sull’amicizia, sulla contrapposizone tra finzione e realtà, tra passato e presente. “Il mio film più complesso perchè ci sono divertimento, lacrime e dramma come nella vita, dove da qualcosa che fa piangere può nascere una risata e viceversa“.

Il film è dedicato alla poetessa polacca Wislawa Szymborska, nei titoli di coda, tra i ringraziamenti, compaiono otto nomi. Sono persone che non ci sono più, ma che Ozpetek vorrebbe di nuovo incontrare: “L’uomo è il ricordo. Ogni minuto trascorso è già passato. A me piacerebbe tantissimo avere delle presenze come quelle del film, incontrare un amico che non c’è più, poter di nuovo parlare con lui. “.

Perchè, come accade a Pietro-Elio Germano, cui il regista turco ha pensato da subito per il ruolo dell’aspirante attore per sogno e pasticciere per necessità, il presente non ci rende sempre felici. “Ma nel film non c’è la nostalgia del passato. C’è la nostalgia del presente

E allora un pizzico di magia – o di soprannaturale – può cambiare le cose. O almeno le cambia grazie a una Magnifica Presenza. La storia della casa in cui Pietro convive con un gruppo di attori del passato è stata ispirata dal racconto di un amico: “Abitava in una casa d’epoca e raccontava di aver visto, mentre guardava la televisione, una signora vestita di nero e qualche giorno dopo una ragazza con un abito bianco. Tutto il gruppo di amici pensava che fosse andato fuori di testa, probabilmente si sente solo, pensavamo. Poi abbiamo saputo che in quella casa abitavano una madre e una figlia che si erano buttate dalla finestra durante la guerra“.

Questo strano racconto rimase “nell’aria” per circa vent’anni, prima di trasformarsi nella sceneggiatura scritta a quattro mani con Federica Pontremoli e poi nel film prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci. Un universo raccontato con grande sincerità: “Abbiamo parlato di sogni e amore, di solidarietà e condivisione. Abbiamo cercato di essere puri, come Pietro“.

Nessun provino per il cast, perché i personaggi sono stati sviluppati sugli attori: “Non abbiamo lavorato su un modello – ha spiegato Elio Germanoma sulla creazione del personaggio, immaginando perfino come si sarebbe comportato in altre situazioni che non sono nel film. Come se fossero persone reali“.

Per dare verità ai personaggi bistrati della Compagnia Teatrale Apollonio, Ferzan Ozpetek conferma un meticoloso lavoro di preparazione: “Ci siamo documentati a lungo sul teatro degli anni Trenta e Quaranta, perchè era molto diverso da quello di oggi. Filippo (Beppe Fiorello) dice ad un certo punto che ‘il trucco è tutto’ ed era vero, per un attore di quel periodo. Abbiamo fatto ricerche approfondite sui costumi, non abbiamo lasciato nulla alla fantasia“.

Conferma Beppe Fiorello che come gli attori dell’epoca “Indossavamo bustini strettissimi, che aiutavano a mantenere una postura molto elegante. Sono stato conquistato dalla possibilità di recitare un po’ sopra le righe, come richiedeva il mio personaggio“.

Paola Minaccioni è Maria, una donna con una acrobatica vita sentimentale : “Maria fa da specchio a Pietro, sembra concreta, ma non sa cosa fare della sua vita, rappresenta la confusione del mondo in cui viviamo. E alla fine cederà ad un uomo solo perché lui la accetta così com’è“.

I garbati attori-fantasmi della Compagnia Teatrale Apollonio – che ha un suo sito oltre a quello ufficiale del film sono tutti nel manifesto, uno dei tanti dettagli che Ozpetek non lascia al caso e che dichiara subito la coralità della commedia drammatica: “Gli autori, due fratelli turchi che vivono a Los Angeles, sono gli stessi del manifesto di Mine Vaganti sono praticamente due star della grafica di manifesti per film . Mi hanno mandato oltre cento proposte e questa ci è sembrata la più bella. Anche se Paola Minaccioni non è contenta perchè manca solo lei…

Foto a cura di Giorgio Lazzari Copyright © NonSoloCinema.com – Giorgio Lazzari
Le foto sono state realizzate durante la presentazione alla stampa a Milano.