Il film di arrampicata come metafora della vita. Le ascensioni, le aperture di nuove vie inesplorate rappresentano il pretesto per fare della salita in montagna l’aspetto speculare del vivere. Come e perché ci si arrampica? Come si affrontano fatiche, difficoltà al limite del possibile, pericoli insidiosi, ferite, fallimenti? Nello stesso modo in cui si affronta la vita. Vi è chi soccombe e vede nell’arrampicata soprattutto sacrificio, dolore, pianto prima che l’arrivo in vetta ripaghi di ogni fatica.
C’è chi trasforma in ironica comicità la sfida che può essere mortale come nel film in cui la salita al Cerro Torre, montagna terribile per bellezza e difficoltà, diviene occasione di gioco: scalatori e musicanti si confondono i ruoli con allegria, le riprese sorvolano sui passaggi critici di forcelle impossibili, le lunghe tediose soste sotto le tende sferzate dalla bufera diventano divertenti occasioni per lauti pranzi, scherzi e giochi.
Eccoli in cima. Ma niente trionfalismi: quello che a loro interessa è una rapida discesa per allestire nel campo base un surrealista concerto per piccozza e ramponi. Gli sci diventano contrabbassi, i caschi tamburi, i chiodi degli scarponi rovesciati, puntuti pianoforti. Modo ironico ed ottimista per affrontare la montagna e la vita.
Nel film First ascent dell’americano Mortimer, si torna invece ai temi canonici del perché ci si arrampica, si filosofeggia sull’ossessione di aprire nuove vie, cercando ambienti sempre più impossibili e ostili. Si susseguono i fascinosi canyon del Colorado con le nere rocce taglienti, spesso rese friabili dai milioni di anni di vita, spesso coperte di edere urticanti, ossessive e ammaliatrici come le mitiche sirene. La storia ricorrente lungo il film è quella di Denis, ossessionato dal Cobra Crack in Canada, un buolder, masso squadrato liscio ed inaccessibile percorso da una sola sottile fessura in cui spesso, un solo dito deve reggere il peso dell’intero corpo.
Ad ogni fallimento il regista lo abbandona per passare da un continente all’altro alla ricerca di imprese impossibili. Nel mare incontaminato della Tahilandia alti scogli, enormi boulder lisci e scivolosi sfidano le mani giovani che non riescono ad averne ragione, abbandonando le precarie prese per tuffi pericolosi ma alla fine innocui. Si prova, si riprova, lo soglio però, resta inviolato. Mancano pochi giorni utili per le riprese. Si torna a Denis e ai suoi tentativi. Anche per lui il Cobra Crack resta inviolato ma forse la vittoria da lui conseguita vale di più: con riflessioni degne dell’Ecclesiaste Denis accetta la sconfitta ringraziando Dio che gli ha mandato un angelo per spingerlo giù quando era ad un passo dalla vetta per insegnargli l’umiltà, per fargli comprendere la vanitas di ogni gloria umana accettando la vita così come ci viene offerta.
FIRST ASCENT
Regia: Peter Mortimer
USA 2006 video,colore.
CERRO TORRES RITMO LATINO EN LA CARA OESTE
Regia : Ramiro Calvo
Argentina 2006, video colore.