Tre secoli fa nasceva a Venezia Francesco Guardi e per celebrarlo, la Fondazione Musei Civici di Venezia gli dedica una ampia retrospettiva ricca di oltre 150 opere fra dipinti e disegni, provenienti dalle principali istituzioni museali italiane e straniere.
Il complesso delle tele e dei disegni che si dispiegano lungo le pareti del Museo Correr è rappresentativo dell’intera attività dell’artista caratterizzata da un interesse piuttosto tardivo per i dipinti (inizia infatti verso i quaranta anni a produrre quadri).
Si inizia con le opere giovanili di figura, le meno esposte fino ad ora nelle numerose mostre che gli sono state dedicate in Italia e altrove, per proseguire poi con sontuose vedute di Venezia e i suoi estrosi “capricci” che caratterizzano il percorso artistico di Guiardi nella fase della maturità e vecchiaia. Le sezioni si susseguono in base al tema trattato a partire dalla prima ove troviamo due delle opere più famose e citate cioè Il ridotto e Il parlatoio delle monache, epitomi dei simboli caratterizzanti il Settecento veneziano le scene di genere dove domina l’aneddotica, la coppia di innamorati in maschera, la leggerezza del bel vivere mondano. Si tratta per lo più di dipinti eseguiti pensando al mercato dell’arte e in parte piegandosi alle aspettative e ai gusti dei compratori e dei collezionisti, per lo più stranieri, desiderosi di portare fra le brume dei loro paesi lo splendore della laguna e i merletti dei suoi palazzi.
Nella seconda sezione dominano le vedute, un tema che cominciò ad interessare l’artista verso la metà del secolo. Partendo dai prototipi iconografici egli trasferisce sulla tela le chiare distese della laguna qua e là disseminate di piccole imbarcazioni accennate con pochi tocchi impressionisti. L’assenza di Canaletto, in quel periodo lontano da Venezia, facilita l’imporsi del Guardi, capace di soddisfare in pieno le richieste dei nobili inglesi che fanno tappa in città durante il Gran Tour in Italia e vogliono tornare in patria con una immagine fedele e viva della città che prediligono. Se si guarda la provenienza delle varie opere presenti in mostra si può vedere come la maggior parte di esse provenga appunto dall’estero, soprattutto dall’Inghilterra.
I capricci e i paesaggi della terza sezione vedono un alternarsi di paesaggi reali riprodotti con precisione fotografica ad alta definizione, con paesaggi di fantasia dal sapore arcadico ricchi di rovine e resti antichi.
Si sa che la Serenissima nel suo periodo aureo offriva al popolo oltre al panem, i circenses cioè feste, baccanali, cerimonie più o meno sacre assecondando i gusti popolari. Feste e cerimonie si susseguivano nel corso dell’anno, onorate talvolta da un Pontefice, di passaggio nella città durante uno dei suoi itinerari apostolici in visita diplomatica.
Anche le feste e le cerimonie della quarta sezione corrispondono in alcuni casi a eventi reali, storici, in altri sono pure creazioni della fantasia dell’artista.
L’ultimo Guardi della sezione conclusiva ci offre, negli edifici dipinti, un appiattimento dell’elemento architettonico, in precedenza dominante, a favore degli elementi della natura: terra e cielo e acque, di fronte alle quali le figure umane si rimpiccioliscono divenendo pura macchia di colore o appena tracciata nei toni del bianco e del nero.
Il dato reale si trasfigura in “impressione” prezioso germe, fertile di sviluppi imprevedibili e meravigliosi, che daranno vita all’impressionismo ottocentesco.
Francesco Guardi ( 1712 – 1793 )
Museo Correr, Venezia
Dal 29 settembre 2012 al 6 gennaio 2013
Orario: dalle 10.00 alle 19.00. La biglietteria chiude un’ora prima.
Ingresso: Un unico biglietto valido per: Palazzo Ducale – Museo Correr – Museo Archeologico Nazionale – Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.
Intero € 12;
ridotto: € 10, ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 29 anni; accompagnatori (max 2) di gruppi di ragazzi e studenti; cittadini U.E. ultrasessantacinquenni; titolari di Carta Rolling Venice e Venice Card; possessori di biglietto d’accesso ai musei Civici Veneziani; Soci Touring Club.