Una dolce coniglia legge seduta su una scala fucsia e intorno a lei ci sono degli svolazzanti panni stesi; questa è l’immagine sognante del messicano Gabriel Pacheco che illumina e apre la 31a Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Stepan Zavrel a Sàrmede, paese della fiaba.
L’illustratore originario della capitale messicana e classe 1973 è l’ospite d’onore della manifestazione. L’ho abbiamo trovato nella Casa della Fantasia, tra maschere a forma di teschio e bambini che lo inseguono per un autografo, durante la presentazione del libro “I sogni del serpente piumato” edito da Franco Cosimo Panini e con testi di Luigi Dal Cin, edizione per la quale ha disegnato la copertina.
-Gabriel, benvenuto in Italia.
G.P. Grazie, sono molto contento di essere qui.
-Entriamo subito in materia. Raccontaci un po’ del tuo percorso nel mondo dell’illustrazione?
G.P. È stato una casualità. In realtà ho studiato teatro, ma mia sorella mi ha invitato ad illustrare un libro e da lì è partito tutto; ormai sono 14 anni di carriera d’illustrazione. Dopo sono andato a vivere a Spagna.
-Ma il dono c’è l’avevi ovviamente?
G.P. Sì, almeno sentivo un’attrazione per l’illustrazione di libri, soprattutto di libri. Però poi poco a poco, ho lavorato forte e mi sono preparato molto, moltissimo. Sono stato e tuttora sono presente in convegni, incontri e laboratori e ora non posso a fare di illustrare.
-A Sàrmede come arrivi?
G.P. Io assisto e giro per le diverse fiere proposte, una delle più importanti è quella di Bologna e lì ho avuto la fortuna che il mio lavoro sia stato selezionato. In quella occasione ho incontrato Monica Monachesi, curatrice di questa mostra, che mi ha invitato a venire qui. Comunque in passato avevo già partecipato al catalogo che si realizza per le diverse edizioni di Sàrmede e cinque anni dopo, eccomi qua, sono l’ospite d’onore.
-Il tuo lavoro artistico è solo rivolto ai bambini o ti interessi anche ad altri pubblici?
G.P. Il mio lavoro si concentra principalmente in libri per bambini, però realizzo anche delle illustrazioni per libri dedicati ai giovani e adulti. Mi piace inoltre fare dei manifesti e disegni, comunque sempre per bambini o ragazzi.
-Dicci un po’ com’è la tua giornata tipo? Come ti organizzi per disegnare? Lo spazio, gli strumenti, il tempo.
G.P. Lavoro a progetti. Gli editori me li mandano, li leggo e poi decido se posso o non illustrarli e se ne sono capace. Mi vengono inviati un anno prima della pubblicazione e in questo modo per i primi 6 mesi, faccio appunti, li studio e li analizzo; gli ultimi 3, passo alla fase di realizzazione, faccio le illustrazioni, mi concentro per finire il libro e capita sempre che sono le prime immagini che mi vengono in mente, ma tratto anche di concretare il materiale con quello che avevo scritto, con ricerca, con la creazione del personaggio.
-Buona la prima o ci vogliono tante prove?
G.P. Dipende. Ad esempio la creazione dell’immagine della 31a Mostra di Sàrmede è stata veloce, è stata rapida, l’idea è stata un ricordo, ma ci sono altre in cui lavoro tanto e non mi piacciono o non riesco a pensare come realizzarle e continuo e continuo fino a che arrivo al lavoro che mi convince. Ma davvero tutto dipende, cambia di lavoro in lavoro. Mi è successo che sono a pochi giorni dalla consegna e quello che ho fatto non mi piace.
-Cosa si impara dai bambini? Che provi con questo approccio dagli italiani?
G.P. Sempre è un piacere. I bambini sono dei grandi osservatori, sono molto intelligenti, mi piace ascoltarli, far loro delle domande; è sempre molto interessante. E poi certamente mi sento felice di stare qui a Sàrmede e di far parte dei docenti, è una scuola di molta tradizione, è sempre una possibilità di imparare, di osservare, di trovare altre collaborazioni, di chiacchierare.
-Qual è il prossimo sogno? Che farai dopo questa Mostra in Italia?
G.P. Sarò qui fino a lunedì 4 novembre e prima di partire, terrò un laboratorio. Tornerò a Buenos Aires, dove abito e ho il mio studio e già mi aspetta un progetto, è un libro a cui sto lavorando da tempo, sono alcune poesie di Garcìa Lorca.
-Una grande sfida, è un autore di grande caratura?
G.P. Sì, in effetti, Garcìa Lorca è poderoso. Lorca è un poeta molto conosciuto, ma ci sono, lo sto realizzando. La sua poesia è una forza.
Foto a cura di Blanca Estela Rodriguez Copyright © NonSoloCinema.com – Blanca Estela Rodriguez