Esponente di punta della canzone d’autore italiana, apprezzato anche in Francia e oltreoceano, il ferroviere-cantautore di Cuneo è in tournée nei teatri italiani con le musiche del suo ultimo lavoro, uscito il 13 ottobre 2006.
Chi è Gianmaria Testa? Molti lo sapevano ieri sera nella piccola brillante realtà della Galleria Toledo, proprio nel cuore dei quartieri spagnoli, altri lo hanno scoperto nota dopo nota, racconto dopo racconto…viaggio dopo viaggio. E si, perché il concerto tenuto dal cantautore piemontese, splendidamente accompagnato da Philippe Garcia (batteria), Nicola Negrini (contrabbasso) e Piero Ponzo (sax alto, clarinetto e tutto quanto produce suono), non è fatto solo di voce e strumenti, ma di passi, di bracciate, di lento e clandestino avanzare di barche nel mare; un mare spesso buio, e agitato, qualche volta soleggiato, magari anche calmo.
E’ il nostro mare, il mare della nostra parte, quel Mediterraneo solcato di bagnarole verso il “sogno”, troppe volte invece dirette soltanto verso una realtà davvero troppo misera e dura.
Parla di emigrazione dei giorni nostri Gianmaria Testa, lo fa con il garbo e la delicatezza della poesia di Erri De Luca, che apre la serata; con la toccante ballata “Seminatori di grano”, un arrivo struggente di “Uomini e donne dallo sguardo assorto” , continuando con “Rrock”; “Forse qualcuno domani” , brani tutti tratti dal nuovo concept album che dà il titolo al tour “Da questa parte del mare”.
Sono pezzi che raccontano di sbarchi, addii, speranze, disillusioni, di perdite di ogni bene, anche del proprio nome, in uno sradicamento che spaventa e distrugge, ma non piega.
E nella magia di suoni e voce del cantastorie piemontese, e dei suoi compagni di viaggio, c’è spazio anche per storie di ordinaria magia, come quella di “Al mercato di Porta Palazzo”, nella struttura, di deandreiana memoria, nel testo, invece, racconto giocoso di un parto per strada, al mercato torinese preferito dagli immigrati.
Non ci sono sbavature nella generosa performance di Gianmaria Testa (un bis, che si fa tris, dietro le sollecitazioni di un pubblico numeroso ed entusiasta), con incursioni di qualche brano da passati lavori, tra tutti “Valzer”, un inno al grande senso racchiuso nei piccoli giorni apparentemente tutti uguali.
Ci sono echi di Fossati, De Gregori, De Andrè, Paolo Conte, spruzzate di musica Klezmer, riferimenti letterari all’amico Jean Claude Izzo (nel brano “3/4”), c’è talmente tanta ricchezza che alla fine il tutto restituisce un unico prodotto, Gianmaria Testa che, bracciata dopo bracciata, nota dopo nota, storia dopo storia, si inchina, saluta e si tuffa nel suo mare, con il pubblico, in piedi ad applaudirlo, che sembra davvero aver voglia di seguirlo.