“Eravamo uniti, da diciassette anni, nel sacro vincolo del matrimonio.
Che per me era veramente sacro.
E per lui era veramente un vincolo…”.
Così inizia questo romanzo leggero e spiritoso, che in Grecia ha avuto un successo tale ispirare una serie televisiva molto seguita.
Eleni ed Alexis si sono sposati soltanto perché lei, ancora ragazzina, è rimasta incinta.
Il suo compagno non si cura di nascondere la rabbia per essere stato costretto dai genitori a prendersi la responsabilità di crescere con lei questo figlio, e le rimprovera ad ogni occasione di avergli rovinato la giovinezza; la protagonista impegna ogni energia nel disperato tentativo di farsi amare, a qualsiasi costo.
“Cercavo in tutti i modi di essere una buona moglie. La parola ‘schiavitù’ definisce piuttosto bene gli anni che trascorsi sudando sette camicie per farlo sentire al mio fianco”.
A tratti viene voglia di arrabbiarsi leggendo la storia di questa giovane sempre accondiscendente e disposta a lasciarsi umiliare pur di tenere con sé una persona che non la vuole fino in fondo: Eleni, nonostante il disprezzo dimostratole da suo marito, fa di tutto perché lui non la abbandoni- come se da sola proprio non potesse camminare-, e trova il coraggio di staccarsi emotivamente da lui soltanto quando trova un nuovo principe cui affidare il proprio cuore.
Anche quando nella sua vita compare Nikitas, un dentista galante e pieno di fascino, lei sembra incapace di operare una scelta tra il marito e questo nuovo amore: pur di non ritrovarsi sola decide di “tenere il piede in due scarpe”, come si suol dire.
Pian piano, però, riesce a riprendere in mano le redini della propria vita: riscopre una meravigliosa complicità col figlio Takis, impara a godere delle piccole gioie di ogni giorno e scopre di essere tanto forte da poter sopportare, e perdonare, persino il tradimento delle persone a cui vuole più bene.
Dopo qualche tempo, però, Alexis torna all’ovile e cerca di farsi perdonare.
Eleni non sa se credere al suo ravvedimento, e soffre all’idea di dover rinunciare all’amante; ma ha anche paura di perdere la sua famiglia.
Cosa farà? Si getterà nuovamente tra le braccia di questo giuda, che sarà pure un fedifrago ma bacia così bene? Oppure se ne andrà con Nikitas?
Lo stile è incalzante ed ironico, la storia piacevole, ma senza pretese.
Perfetto da leggere in un momento di relax completo, magari sotto l’ombrellone: non è certo un romanzo illuminante o profondo, ma a volte nella vita si ha bisogno anche di un po’ di frivolezza.
Sonzogno, pag. 285