Il successo e le particolari caratteristiche di “Glee” sono un vantaggio per gli stessi autori, che in breve tempo hanno raccolto un sacco di “richieste di partecipazione” da parte di guest star a volte anche molto famose. Qui è il turno di Kristin Chenoweth, che fa brillare la propria stella nel ruolo di una stella che vuole tornare a brillare. Chiaro, no?
Il Glee Club non naviga in buone acque. Da quando Rachel se n’è andata per partecipare al musical del signor Ryerson, al gruppo manca una prima stella, e Quinn pare troppo impegnata a vomitare (è pur sempre incinta) per assumere il ruolo. Un pranzo con la moglie, tuttavia, dà a Will l’idea giusta per risollevare la situazione: far tornare a scuola April Rhodes, l’ex stella del club ai tempi in cui andava a scuola lui (e per la quale aveva anche una discreta cotta), con la scusa che ufficialmente non si è mai diplomata. Il problema è che April non è esattamente la persona più affidabile del mondo, modo gentile per dire che è un’ubriacona che occupa abusivamente case sfitte. E anche i suoi modi per farsi accettare nel Glee Club dai più giovani non sono proprio ortodossi: il metodo preferito è la corruzione, e si va dalle riviste “Muscle” per Kurt (con tanto di avviamento all’alcol), al sesso per Puck.
Nel frattempo Finn tenta di convincere Rachel a tornare sui suoi passi (dopotutto, come ha reso in maniera efficace Puck, «Quella Rachel la prenderei a calci, ma sa cantare»). Un appuntamento al bowling con tanto di bacio sono sufficienti a raggiungere lo scopo, ma Rachel cambia idea ancora una volta quando scopre che Quinn aspetta il bambino di Finn. Agli Invitationals dunque il gruppo si esibisce con April, ma dopo la prima performance Will decide di non farla cantare più, in quanto si era presentata ubriaca. L’ormai ex stella capisce quindi che è il tempo di andare avanti e lasciare il palcoscenico ai ragazzi, e a sostituirla arriva provvidenzialmente Rachel, che a sua volta ha realizzato che essere una star non ha lo stesso valore dell’amicizia. Sulle note di Somebody to love dei Queen, quindi, il ricostituito club può regalare una performance in cui tutto il proprio grande potenziale viene finalmente espresso.
Un grande ritorno danza intorno alla presenza di Kristin Chenoweth, la cui partecipazione straordinaria varrebbe da sola un voto ampiamente positivo per l’episodio. Anche perché l’attrice, a dispetto della presenza minuta (gli almanacchi riportano 1 metro e 50 come altezza ufficiale), è una vera forza della natura, in grado di dare il meglio di sé quando canta. Lo avevano già capito i fan di Pushing Daisies, la zuccherosa serie di Bryan Fuller del 2007 della quale la Chenoweth era una dei protagonisti, e spesso e volentieri non disdegnava una cantatina. La sua presenza nel Glee Club si conclude ovviamente con il termine dell’episodio, ma serve a far muovere la storia e a riportare Rachel lì dove dovrebbe stare.
Anche la parte cantata è ovviamente condizionata dalla partecipazione della Chenoweth, che prende parte alla maggior parte delle esibizioni, e sempre con risultati degni di nota. In particolare ricordiamo la performance “in parallelo” con Rachel sulle note di Maybe this time, dal musical Cabaret, e il duetto con Will (al di là delle faccette buffe che fa sempre Matthew Morrison quando canta) al karaoke, con Alone degli Heart. Ma è impossibile non citare l’esibizione finale di Somebody to love, che per coesione e potenza raggiunge quasi i livelli della celebre Don’t stop believing dell’episodio pilota.
TITOLO ORIGINALE: The Rhodes not taken
PRIMA TV USA: 30 settembre 2009 – FOX
PRIMA TV ITALIA: 11 febbraio 2010 – Fox
SCRITTO DA: Ian Brennan
DIRETTO DA: John Scott
CANZONI: “Don’t Stop Believing” (Journey), “Maybe This Time” (Cabaret), “Cabaret” (Cabaret), “Alone” (Heart), “Last Name” (Carrie Underwood), “Somebody to Love” (Queen).