Carsten (Jesper Christensen), cinquantenne professore universitario, ha una relazione clandestina con Pil (Beate Bille), giovane ex-allieva e ora fervente attivista politica. Durante un’azione ad una fabbrica di armi un poliziotto rimane ucciso e la ragazza e due suoi amici vengono arrestati. Da quel momento in poi, Carsten farà di tutto per evitarle la condanna, sacrificando sia matrimonio che carriera.
Dopo aver scandagliato le classi sociali più basse in La panchina (2000), le classi agiate e le vicende di un rampollo di una famiglia di industriali in L’eredità (2003), Per Fly parla ora della tormentata middle-class. Ispettore della civiltà danese, per niente pacifica e tranquilla, a parer suo, Fly ci consegna il dramma di una moralità allo sbaraglio: quella di Carsten, il professore cattivo maestro che nelle sue lezioni di scienze sociali parla del capitalismo e, con la sua allieva-mantide, di come nessuno cede il potere spontaneamente. Sembra un film che sterza verso l’ideologia putrida di chi giustifica il terrorismo e invece parla della storia d’amore tra maestro e allieva. Il calvario interiore del professore che interiorizza il delitto compiuto dall’amante è raggelante ma perfettamente spiegato.
Quello che resta del sogno di Carsten è una moglie (Pernilla August, già attrice di Ingmar Bergman) che va a lavorare a New York, dopo che la sua crisi di mezza età lo ha ridotto ad un relitto criminale, e un’amante completamente accecata dall’idea che siamo tutti colpevoli e dunque tutti meritevoli di morte. Strampalate teorie mezze brigatiste nella tipica atmosfera danese pulita e gelida. La marmorea faccia di Jesper Christensen che nega l’importanza del carcere crea danni irreparabili nella sua economia mentale. Da accademico dotto e illuminato si trasforma in un piccolo uomo geloso che porta il sushi in carcere alla sua criminale di buona famiglia che ammazza un poliziotto perché faceva la guardia ad una fabbrica di armi.
“Non c’è niente di peggio che una società passiva” – “ Bisogna agire”. La teoria sempre e solo insegnata dal bravo professore è stata messa in pratica una generazione dopo dalla sua studentessa preferita in cui ha riposto i suoi impeti mozzati.
Per Fly è bravissimo nel non cedere niente ai suoi personaggi e limitandosi a seguire la discesa agli inferi delle classi medie si attiene ad una delle regole aure del cinema danese targato Lars Von Trier e Dogma: di qualsiasi cosa siano capaci gli uomini, una macchina da presa deve poterlo riferire. Pagato il tributo al maestro Von Trier, Fly ammicca al Bergman delle massime tribolazioni interiori poiché fra molti guai il più grande è non ammettere il pentimento. Là dove la morale cattolica non ha altra scelta che il perdono, la classe media senza più identità e bussola è persa tra il non voler ammettere nulla e il non poter rinunciare agli agi che la stessa classe offre.
Titolo originale: Drabet
Nazione: Danimarca
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 103′
Regia: Per Fly
Sito ufficiale: www.drabetfilmen.dk
Cast: Jesper Christensen, Pernilla August, Charlotte Fich, Beate Bille, Vibeke Hastrup, Julie Ølgaard
Produzione: Zentropa Entertainments
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: 13 Aprile 2007 (cinema)