Golino, Trinca e Scamarcio a Torino per presentare “Miele”

Dal romanzo al film, tra difficoltà e Festival di Cannes

In programma al 66° Festival di Cannes nella sezione “Un certain regard”, il sorprendente esordio alla regia dell’attrice Valeria Golino spiegato al pubblico torinese dalla regista con la protagonista Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio, qui in veste di produttore.

Il romanzo “Vi perdono” uscì in libreria nel 2009. Da allora Valeria Golino iniziò a riflettere su questa storia di finzione così reale da far credere che dietro allo pseudonimo dell’autrice Angela del Fabbro si nascondesse la vera Miele e non lo scrittore Mauro Covacich.

A lungo meditato dalla regista, Miele, il lungometraggio diretto con rigore e senza sentimentalismi dall’attrice napoletana resta solo in parte fedele al libro, come Valeria a Golino ha spiegato al pubblico torinese: “Il film è inevitabilmente diverso dal romanzo. Soprattutto cambia il gioco di potere e quindi il rapporto tra Miele e l’ingegner Grimaldi. E quindi cambia anche il finale. Per me e per le due sceneggiatrici Francesca Marciano e Valia Santella era importante sapere che fine facesse quello che ‘romanticamente’ era il mio eroe”.

Jasmine Trinca è Miele, la ragazza solitaria che accompagna malati terminali verso la “dolce morte”, un ruolo difficile e complesso che ha messo in luce le sue doti di attrice. Una struggente performance, di cui riconosce il merito alla regista: “Questo film è stata la mia esperienza di maggior direzione e allo stesso tempo di libertà completa che credo difficilmente potrà replicarsi. Valeria è così empatica che non ho mai dubitato del pudore e dello stupore che avrebbe messo in questo film, che è stato soprattutto un incontro, attraverso cui ho avuto percezioni diverse rispetto a quello che avevo fatto finora”.

La selezione nella sezione Un certain regard al 66° Festival di Cannes è il riconoscimento di un lavoro lungo e faticoso e di un percorso irto di ostacoli: “Il tema è così delicato e difficile – ha spiegato Riccardo Scamarcio, produttore del film con la stessa Golino e Viola Prestieri – che all’inizio non abbiamo trovato finanziatori e partner, anche se eravamo disposti a condividere l’esperienza della produzione. Essere a Cannes è un traguardo davvero inaspettato e insperato”.

Protagonista del film anche la musica: Miele si isola dal mondo con le cuffiette nelle orecchie, l’ingegner Grimaldi (Carlo Cecchi) ascolta musica, gli stessi ammalati scelgono i brani che li accompagneranno negli ultimi istanti. “L’eterogeneità della musica aiuta il film a entrare in atmosfere diverse – ha sottolineato la Golino – ma le musiche non devono per forza essere aderenti a quelle atmosfere. Questo mi ha dato una grande libertà. Volevo che la musica venisse dai personaggi verso di noi e non il contrario”. Per questo la selezione spazia dal passato al presente, con alcuni brani inediti. “Ma non è solo questo: tenevo moltissimo anche ai rumori, ai suoni del film, perché quasi tutti i film che mi piacciono hanno una colonna sonora straordinaria fatta anche di suoni. Un percezione subliminale che quando guardiamo un film ci porta come dentro a una foresta”.