Concorso
Chahine si presenta alla Mostra del Cinema in co-regia con un’opera divisa tra la commedia e il dramma, con esiti imbarazzanti.
Nel quartiere di Choubra, Il Cairo, Hatem è un poliziotto corrotto che fa il bello e il cattivo tempo, corrotto come la maggior parte della polizia del paese. Nonostante la differenza d’età e il suo aspetto poco piacente, il suo desiderio proibito è avere la bella e giovane Nour, che invece gli preferisce il brillante sostituto procuratore Cherif. Ma Hatem è disposto a tutto pur di ottenere la ragazza…
Non poteva esservi titolo più adatto per una pellicola dominata dal nonsenso e da una totale assenza di struttura, caoticamente indecisa fra i toni leggeri della commedia, il drammone strappalacrime, il film impegnato o la soap opera televisiva. Il risultato è un pastiche a tratti davvero imbarazzante, al posto di quello che poteva essere un film di denuncia sociale. Le poche scene in cui si mostrano la tortura e la corruzione della polizia non fanno altro che accrescere il ridicolo se accostate a scene da commedia demenziale: voler trattare di temi così importanti inserendoli in un film con gag di dubbio gusto risponde ad un’etica confusa e preoccupante. L’intento di Chahine e Youssef voleva essere quello di mettere alla berlina “la confusione che gestisce tutto il Medio Oriente, dove le autorità minacciano le popolazioni in nome della disciplina per soffocare ogni libertà”. In questo contesto, le scenette involontariamente grottesche a base di parrucchini e poster di ragazze in costume da bagno sanno di cattivo gusto, come se American Pie avesse al suo interno un atto di denuncia contro la pedofilia o le condizioni dei prigionieri nella base di Guantanamo.
Lo stile con cui la pellicola è scritta e girata ricorda le musalsalaat, amatissime serie televisive che fanno ascolti stratosferici in Egitto: lavori di scarsa qualità ma che almeno hanno uno scopo di puro intrattenimento e non si propongono obiettivi di analisi socio-politica. Peccato per gli attori dalle grosse potenzialità, intrappolati in uno script tragicomico e senza qualità con un finale pervaso da slanci patetici fuori luogo. Ci si domanda come possano presentarsi opere simili in concorso, quando vari autori del mondo arabo avrebbero descritto il Medio Oriente con ben altra profondità, senza cadere in toni trash che non ci si aspetterebe da un regista come Chahine. Il pubblico in sala, ancora spossato dopo aver dato fiato alle ugole con i sonori fischi a L’ora di punta, sembra in questo caso totalmente assente e addirittura applaude a fine proiezione: forse perché il film non è targato Italia?
Titolo originale: Heya fawda
Nazione: Egitto / Francia
Anno: 2007
Genere: Commedia / Drammatico
Durata: 124’
Regia: Youssef Chahine & Khaled Youssef
Cast: Khaled Saleh, Mena Shalaby, Hala Sedky, Youssef El Cherif
Produzione: Misr International Films / 3B Productions / France 2 Cinéma
Distribuzione: Pyramide International
Data di uscita: 7 Settembre 2007 (Venezia 2007)