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Un eccentrico professore di cinema e un giovane evangelista che professa la parola di Dio sono i due simpatici protagonisti della storia che segna l’esordio alla regia (e alla sceneggiatura) del giovane Shin Dong-il, splendido lungometraggio che dipinge con ironia e sentimento il punto di vista della società coreana alle prese con i piccoli grandi problemi dell’esistenza. Presentato con successo allo scorso Festival di Pusan.
Ho-jun (Kim Jae-rok) è un docente di cinema divorziato e senza un soldo, che si sveglia al mattino guardando siti porno e parlando al telefono con una chat line. Un giorno, dopo aver cacciato di casa due giovani missionari pronti a donargli la parola di Dio, resta chiuso in bagno a causa di una maniglia difettosa, rischiando di rimanere soffocato. L’unico rimpianto è quello di non aver fatto un film e di non aver ancora visto il film turco Uzak. Ma sarà proprio il giovane missionario Gye-sang (Gang Ji-hwan) a salvarlo, dopo essere ritornato nell’appartamento lasciato distrattamente con la porta aperta. Tra i due nascerà un sodalizio che li condurrà per i sobborghi di Seoul a discorrere delle loro diverse filosofie: l’approccio cinico e materialista del maestro e quello idealista e sognatore del giovane.
L’esordio di Shin Dong-il è più che convincente. Le trovate comiche sono travolgenti e il tentativo di riflettere su temi caldi come la guerra e l’approccio all’esistenza è perfettamente riuscito. Nelle scorribande urbane dei due personaggi ne succedono di tutti i colori. Ho-jun è ossessionato dal cinema, colleziona locandine e Dvd ovunque (fa capolino dalla scrivinia la custodia de L’eclisse di Michelangelo Antonioni), si offre di prestare ad una donna conosciuta in una chat line un film di Fassbinder, litiga persino con il gestore di una multisala per la poca professionalità delle maschere, ree di lasciare entrare gli spettatori anche a film iniziato. Gye-sang (Gang Ji-hwan), invece, crede alla parola di Dio e spera in un mondo più giusto, tanto da guadagnarsi un anno e sei mesi di carcere per aver rifiutato la leva ed essersi dichiarato obiettore di coscienza.
Tra poster di Carl Marx e deliziosi siparietti fra i due protagonisti (“Chiedimi qualunque cosa, mi hai salvato la vita” dice Ho-jun “leggi la parola di Dio”, “beh, tutto tranne questo!”), la narrazione affronta pian piano temi più seri quali la politica internazionale (il presidente Bush viene citato più volte e appare spesso in situazioni poco nobili) e la guerra in Medioriente, tanto che le discussioni si riverseranno in una vera e propria lite con il cliente di un taxi che osanna l’operato del presidente americano. Host & Guest è un prodotto singolare e del tutto innovativo, un film che affonda le radici in una comicità esilarante, regalando il giusto tributo ad un regista giovanissimo e già maturo per il grande pubblico.
Titolo originale: Bangmunja
Titolo tradotto: Host & Guest
Nazione: Republic of Korea (South Korea)
Anno: 2005
Durata: 92 min
Director: Shin Dong-il
Cast: Kim Jae-rok, Kang Ji-hwan
Section: Forum Press