Diciotto lastre di un intenso blu oltremare giocano con la luce naturale, poste a cavallo delle merlature dei camminamenti di ronda di Castelvecchio. Il museo-castello si arricchisce con una nuova installazione ambientale firmata da Herbert Hamak. E all’interno altre opere dialogano con Carlo Scarpa.
A celebrare gli ultimi interventi di restauro del Museo di Castelvecchio (che con la riapertura dei camminamenti di ronda, della Torre dell’orologio e del giardino pensile recuperano l’aspetto più verticale dell’edificio) ci pensa Herbert Hamak (Unterfranken, 1952), artista tedesco da anni in rapporti stretti con l’Italia e con Verona in particolare (la sua galleria di riferimento è la “Studio la Città”). Un’installazione site specific sui camminamenti di ronda e alcune strutture dislocate all’interno, nel corridoio delle sculture, in cui la scelta è quella discreta dell’understatement, escludendo un intervento gigantesco che avrebbe creato facili sensazionalismi.
Da qualche anno Hamak si occupa anche di installazioni ambientali, opere più grandi della sua produzione abituale: nel 2003 per la facciata romanica del Duomo di Atri, poi una colonna per il giardino del Guggenheim di Venezia, e in futuro il progetto con lo Schnutgen Museum di Colonia.
Quarant’anni dopo l’intervento di Scarpa, Hamak si colloca nel segno di una continuità concettuale, riproponendo a Castelvecchio la fusione tra antico e moderno, (qui non è il primo progetto del genere, nel 2004 Peter Eisenman allestì il “Giardino dei passi perduti”). Nel corridoio delle sculture, tra gli allestimenti scarpiani, sono dislocate le opere contemporanee, che si inseriscono in un ideale dialogo a tre: le sculture antiche, Scarpa e Hamak. Qui il valore strettamente cromatico si ricollega alle tracce di colore residuo sulle sculture, in uno studiato gioco di rimandi.
Lungo i camminamenti di ronda avviene l’incontro ravvicinato con Ultramarinblau dunkel Pb 29.77007: con le parole di Hamak, “lo spazio visivo diventa un susseguirsi di fotogrammi in un film, un nuovo modo di guardare il cielo”, prima di arrivare al giardino pensile e alla torre dell’orologio, ripavimentata per contenere e fruire la scultura equestre di Mastino II, sorta di contraltare al Cangrande della Scala posizionato da Scarpa nel lato opposto dell’edificio.
Le opere di Hamak non sono simboliche o astratte, ma più semplicemente si tratta di colore puro che acquisisce una dimensione fisica. Sono realizzate con un complesso lavoro sia artistico che scientifico sulle proprietà fisiche del colore, di fusione di pigmenti naturali e di resine sintetiche, che si completa attraverso gli effetti di trasparenza e le sfumature ottenute dall’interazione con la luce.
orario: 8.30 – 19.30 – lunedì 13.30 – 19.30
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: Intero € 4.00
Ridotto € 3.00 per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 e maggiori di 65 anni
Ridotto € 1.00 per studenti delle scuole elementari, medie, superiori, disabili.
Gratuito per bambini fino a 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo , accompagnatori di disabili, due accompagnatori per scolaresca.
Verona Card: 1 giorno € 8.00, 3 giorni €12.00 – Valida 3 giorni al Museo di Castelvecchio e agli altri musei, monumenti
vernissage: 18 marzo 2007. ore 11.30
catalogo: a cura di Luca Massimo Barbero e Paola Marini
editore: MARSILIO
ufficio stampa: STUDIO ESSECI
curatori: Luca Massimo Barbero, Paola Marini
autori: Herbert Hamak
genere: arte contemporanea, personale