“Holy Motors” di Leos Carax

Un risultato affascinante ma discutibile

Dopo un prologo ermetico e meta-cinematografico interpretato dal regista stesso, la macchina da presa si sposta verso un altro personaggio, un certo Oscar. Questo si aggira per tutto il giorno in una limousine enorme che funge da camerino, da cui esce ogni volta con sembianze diverse.

Oscar interpreta nove personaggi differenti, vive nove vite da cui esce senza sosta: ora è una vecchia mendicante, ora un essere disgustoso che vive nelle fogne, ora un banchiere, ora un assassino; padre di famiglia, marito di una scimmia, vecchio in punto di morte. Perché e per chi recita, non ci è dato saperlo, così come non sapremo mai in che termini le persone con cui interagisce simulano a loro volta. Qual è la sua vera identità? Quale la sua vera casa? Qualsiasi domanda possa venire in mente resterà insoluta, al massimo sarà possibile provare a trovare significati e messaggi che non troveranno alcuna conferma certa.

Se compito del cinema è lasciare sbigottito lo spettatore, Holy motors di Leos Carrax risponde perfettamente a questa esigenza. Sperare di trovare un senso lineare e chiaro alla sequenza di situazioni che si avvicendano sullo schermo è impresa senza speranza; anzi, probabilmente lo scopo del gioco è proprio quello di uscire dal cinema con in testa domande e dubbi insoluti sui significati di ogni scena magistralmente girata e recitata. Si è usato il termine “gioco” perché il regista chiaramente gioca per tutto il tempo, investendo continuamente lo spettatore con cambi repentini di situazione, scene e personaggi surreali eppure realistici, dialoghi criptici che non verranno mai spiegati, citazioni cinematografiche più o meno latenti e una buona dose d’ironia.

Non si prende sul serio per niente Carrax – questo gli va riconosciuto – se non nell’assecondare fino al paradosso i suoi istinti provocatori e visionari, realizzando un film bellissimo sul piano visivo e con un cast bizzarro nel suo assortimento eppure perfetto in ogni ruolo. Se sul piano estetico e tecnico è piuttosto facile trovarsi d’accordo, inevitabile sarà dividersi sul resto: il film ha diviso e dividerà ancora, senza mezze misure, trovando da un lato reazioni entusiaste e da un lato altre perplesse.

Chi scrive ammette di appartenere alla seconda categoria, consapevole di aver visto un film avvincente e ipnotico, ma a cui non si può non rimproverare l’autocompiacimento di scegliere volutamente di non dialogare davvero con lo spettatore. Lunga vita all’arte complessa e difficile,al cinema che sbigottisce e insinua dubbi senza risolverli. Ma quando il cinema si chiude troppo in se stesso, diventa esercizio virtuosistico, magari eccellente, ma incapace di parlare fino in fondo.

Titolo originale: Holy Motors
Nazione: Francia, Germania
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 115′
Regia: Leos Carax
Sito ufficiale: http://holymotorsfilm.com
Cast: Denis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Cordelia Piccoli, Elise Lhommeau
Produzione: Pierre Grise Productions, Theo, Arte France Cinéma, Pandora Film, Wdr/Arte
Distribuzione: Movies Inspired
Data di uscita: Cannes 2012
06 Giugno 2013 (cinema)