“Homicide House” di Emanuele Aldrovandi

"esigenze complementari che il mercato finora non soddisfaceva”

Il vero e il falso e il loro profondo confine, umanità e perdizione, libertà e prigionia, la fantasia serve per immaginare, non per mettere ordine in un sistema dove la crisi è in crisi.

Un uomo, un anonimo padre di famiglia, ha passato gli ultimi anni di vita indebitandosi, per la macchina, per la casa… e non dicendo nulla alla moglie. La crisi gli ha dato il colpo di grazia, le banche lo hanno ignorato e ora si ritrova a dover fare i conti con uno strozzino che non ha interesse a rispettare le scadenze.
_ Purtroppo il pover’uomo non ha i soldi necessari a ripagare il suo debito; temendo che le parole minacciose dello strozzino diventino azioni contro la sua famiglia, accetta una proposta. Si stanno sviluppando infatti “esigenze complementari che il mercato finora non soddisfaceva”.

La crisi della crisi ha portato alla capitalizzazione della morte: chi vuole uccidere paga una vittima e chi vuole morire riceve dei soldi da lasciare alla propria famiglia.

Homicide House è un meccanismo di sevizie psicologiche che ferisce e uccide con il ragionamento piuttosto che con le sole armi di tortura”.

Con controllata ironia, frastagliata di raffinato cinismo, il testo di Aldrovandi filosofeggia implacabilmente sulla società contemporanea, riuscendo a far conciliare leggerezza e psicologia.
_ Vincitore del più importante riconoscimento per la nuova drammaturgia italiana, il Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”, Homicide House vanta una briosa e istintiva regia, in una scena sapiente ed essenziale, attenta a dare spazio alle riflessioni che il testo porta con sè, e un cast che sa risaltare i monologhi e i dialoghi botta e risposta.

Testo di Emanuele Aldrovandi
Regia Marco Maccieri
_ aiuto regia Pablo Solari
Cast: Luca Cattani, Cecilia Di Donato, Marco Maccieri, Valeria Perdonò
Scene Antonio Panzuto
Costumi Francesca Dell’Orto
Luci Fabio Bozzetta
Produzione BAM Teatro / MaMiMò