I DIECI COMANDAMENTI/8

Non uccidere. Ottavo appuntamento con il ciclo Dieci Comandamenti.

Venerdì 5 maggio Massimo Donà, musicista e professore ordinario di Filosofia teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano e Enrico Ghezzi, famoso co-ideatore del programma televisivo Blob e della rubrica notturna Fuori Orario, sono intervenuti attorno al tema della giornata.

Singolare il fatto che come punto di partenza, come stimolo riflessivo, per entrambi i relatori sia stato il riferimento al noto film di Stanley Kubrick “2001: odissea nello spazio”.
Enrico Ghezzi da qui ha iniziato un lungo divagare per luoghi cinematografici, e non solo, ricco di citazioni e riferimenti, a tratti surreale e difficile da seguire per chi non è abituato al suo stile narrativo così frammentato.

Più interessante e accessibile è stato invece nell’intervento di Massimo Donà il richiamo alla scena iniziale del film di Kubrick in cui i pitecantropi scoprono nell’osso uno strumento (per difendersi dagli altri animali e per procurarsi il cibo).
Questa sequenza iniziale rappresenta un momento paradigmatico nella storia dell’umanità: nell’attimo in cui l’uomo scopre la tecnica nasce al mondo come esser umano libero dalla sottomissione ai suoi istinti e dalla dipendenza alle leggi di natura.
È esattamente in questo momento della storia dell’umanità che si realizza il passaggio dell’uomo dallo stato di natura allo stato di civiltà, in cui si riconosce la possibilità della società e l’uomo nasce come essere libero in quanto emancipato dai legami naturali che determinavano il suo agire.

Da semplice trasformatore della materia l’uomo di viene creatore.
A fondamento di questa visione, dai forti echi severiniani, vi è la matrice giudaico- cristiana di una concezione di Dio come colui che crea dal nulla il mondo.
La fede nella possibilità di creare dal nulla è una scoperta della tradizione cristiana. Nella filosofia greca l’uomo, in quanto essere finito, poteva solo trasformare una materia che esisteva eternamente ed indipendentemente da lui.

Con la “scoperta” della possibilità di una creazione divina dal nulla, l’uomo si è illuso di essere capace anche lui di portare le cose dal Niente all’Essere, di creare.
Il passaggio delle cose dal Niente all’Essere, ovvero la possibilità di Creare ed Uccidere è un’illusione umana frutto della nostra appartenenza alla mentalità giudaico-cristiana.
Ma è davvero possibile per l’uomo questo? Noi possiamo davvero “uccidere” ciò che si oppone a noi e ci limita?

Quando noi uccidiamo crediamo di poter eliminare così il limite che si oppone a noi, pensiamo di gettarlo nel Nulla.
Ma il limite che ci appare come ultimo non lo è mai veramente e pensare di poterlo eliminare è indice dell’incomprensione radicale della nostra libertà: uccidere è sbagliato non solo in termini, se così si possono definire, etico-morali ma perché per noi questa è cosa impossibile perchè il limite che noi crediamo di uccidere non scompare ma si sposta semplicemente in là.

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