“I GIGANTI DELLA MONTAGNA” DI Luigi Pirandello

I fantasmi larvali del teatro

Al Nuovo Teatro di Mirano l’ultimo capolavoro incompiuto di Luigi Pirandello.

I Giganti della montagna è l’ultimo testo teatrale di Pirandello. Testo teatrale, e non commedia o tragedia, poiché questo ‘mito in prosa’ sfugge ad ogni definizione di genere. Lo scrittore siciliano vi ha riassunto l’intera filosofia teatrale che aveva incardinato i primi componimenti dialettali e che ha, nella trilogia Sei personaggi in cerca d’autore, Questa sera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo, l’esito finale di una riflessione metateatrale che investe anche il rapporto tra teatro e modernità, raffigurata nello spettro del cinematografo.

Per questa ragione I giganti della montagna è un testo difficile da affrontare perché richiede un’interpretazione misurata, ma espressionistica che non ricada nel grottesco. Le esagerazioni, gli slanci drammatici, le brevi parti comiche non devono sfociare in gesti plateali, ma assecondare il complesso testo pirandelliano. L’idea che ‘non bisogna aver paura delle parole’ accanto ad un’esistenza larvale della superstite compagnia attoriale sono i due temi che ritornano costantemente nel testo e si offrono da chiave di lettura del dramma, ambientato in un non-luogo e animato da spettri.

La regia di Federico Tiezzi sviluppa l’atemporalità della commedia proponendo una scena quasi vuota e puntando sui costumi, apparentemente carnevaleschi, dei personaggi. Gli abiti da pagliaccio, da Pierrot e un trucco circense per i personaggi che abitano nella Villa, esagerano in senso grottesco il testo, soprattutto nei primi minuti di spettacolo. Dopo un certo sconcerto, si coglie che questa scelta coraggiosa risponde a quella non definizione voluta dallo stesso Pirandello e, nel secondo atto, i costumi sono sempre più funzionali alla vicenda.
L’uso di video proiezioni di cartoni animati per rappresentare i fantasmi della Villa e di musiche fuori scena aiutano la visione globale dello spettacolo, ma non sempre sono giustificati.

La compagnia Lombardi – Tiezzi si confronta con personaggi difficili che si definiscono ‘larve di quello che siamo’ e uniformemente riesce a sostenere il ritmo del testo.
Il finale scritto da Franco Scaldati in siciliano non convince completamente. Pur seguendo le indicazioni pirandelline dello scontro tra i Giganti e la morte della Contessa, esplica eccessivamente alcuni temi che appaiono già chiari nel ‘mito in prosa’, primo tra tutti la morte del teatro davanti alla nascita del cinematografo.

I giganti della montagna di Luigi Pirandello
Con un finale di Franco Scaldari
Regia di Federico Tiezzi
Scene di Pier Paolo Bisleri
Costumi di Giovanna Buzzi
Luci di Gianni Pollini
Compagnia Lombardi – Tiezzi