“I Miei Genitori Non Hanno Figli” di Marco Marsullo

"La felicità sta tutta nell'uscire vivo dalle cose che non t'ammazzano"

“È l’unica cosa, in parte, autobiografica che ho scritto e, quasi sicuramente, scriverò in tutta la mia vita” così Marco Marsullo dal suo sito introduce il nuovo brillante romanzo.

Ci vuole talento, maturità e uno spesso strato di emotività, consumato dal pragmatismo, per riuscire a declinare un tema serio, come quello del rapporto figlio/genitori, senza essere scontati, con toni graffianti ad alto tasso di ironia; e così I Miei Genitori Non Hanno Figli ha una prosa spontanea, diretta, che scivola fino all’ultima pagina, regalando una lettura piacevole e sincera.
_ Nei ringraziamenti finali, che valgono quanto le 136 pagine di questo romanzo, Marsullo ringrazia i genitori per avergli fatto capire “con le loro mancanze e fragilità tutte umane, come inclinare il viso a favore del vento per godermi la brezza delle cose”.

Marco Marsullo, classe 85, napoletano, autore spavaldo, narratore divertente e sorprendente degli esilaranti Atletico Minaccia Football Club e L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache, editi da Einaudi Stile Libero, ha debuttato nel mondo della letteratura con la fantasiosa e spiazzante raccolta Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo (Noubs 2009), scrivendo poi anche Dio si è fermato a Buenos Aires (Laterza) a quattro mani con Paolo Piccirillo.

Narrato in prima persona, I Miei Genitori Non Hanno Figli è una riflessione profonda, che stupisce deliziosamente con un leitmotiv da commedia, sulla responsabilità, che corre sull’alta tensione, di essere genitori e di essere figli.
_ Il protagonista, “figlio diciottenne di separati”, un ostaggio di due persone che un tempo si sono amate, per poi non lasciare nessun ricordo della loro famiglia, nemmeno una foto di loro tre insieme “verrebbe da dire che i miei genitori non hanno figli”; un attore non protagonista di un musical orchestrato dagli sbalzi di umore di una madre, che sembra non voler dimenticare e lasciarsi così tutto alle spalle, e dall’incomunicabilità di un padre appassionato di caccia e campagna.

Il problema sensibile è che “da questo musical non esci mai del tutto, te lo porti dietro ovunque”. Figlio di due genitori medici, perplesso dai metodi educativi di entrambi, tra Veterinaria e Giurisprudenza, sceglie di ipotecare il suo futuro, non senza una certa ansia, iscrivendosi a quest’ultima, anche se le sue aspirazioni sono altre, ma, male che vada, di un avvocato ci sarà sempre bisogno.

Due generazioni a confronto. Due epoche diverse. Genitori e figlio hanno guardato e guardano al futuro in modo diverso, inconciliabile, vuoi per i tempi, vuoi per il disincanto. E all’interno di questo mondo familiare, dove in fondo ognuno ha le sue colpe e per dialogare si digita oppure di parla a monosillabi, ma le sillabe hanno il singhiozzo e saltano, il nostro attore non protagonista cerca di resistere alla tensione e soprattutto all’ansia. Ma per fortuna c’è il mare, qualsiasi cosa possa andare storta.

Marco Marsullo, I Miei Genitori Non Hanno Figli, Einaudi, 2015, pp 138, €16.50