Dopo diciotto stagioni (la diciannovesima debutta il 23 settembre su Fox) e 400 episodi diffusi in modo capillare in tutto il mondo, i Simpson non sono più un’esperienza d’élite, ma una componente irrinunciabile della cultura contemporanea. Ora che in televisione è stata decretata la morte sia del giornalismo sia del varietà tramite la creazione di quell’ibrido grottesco chiamato infotainment, non restano altre vie per parlare, studiare e criticare i vizi e le virtù del genere umano se non i cartoni animati della «nuova» generazione: i Simpson, certo, ma anche il sottovalutato Futurama e a modo loro, quando si emancipano dai loro predecessori, anche South Park e I Griffin.
Mostruosamente longeva, la famiglia gialla dei Simpson ha conosciuto, fra alti e bassi, decine fra soggettisti e sceneggiatori, le cui diverse spinte vengono ricondotte ad unità dalla costante supervisione del creatore Matt Groening e dei developers (gli «sviluppatori») James L. Brooks e Sam Simon.
Termometro delle idiosincrasie americane, summa del contemporaneo, i Simpson raccontano l’oggi tramite l’impiego di una sola, semplice e perversa tecnica: sbattere in faccia allo spettatore ciò che lo spettatore stesso sa di essere ma non vuole ammettere. Non si tratta dunque di uno specchio deformante la realtà, ma di uno specchio e basta: non uno strumento che dapprima ridicolizza e poi assolve l’umanità, ma uno che la riflette e la ritrae per poi abbandonarla alla propria miseria (in questo senso, gli happy ending delle puntate televisive sono tutt’altro che consolatori).
Nel corso degli anni, i Simpson sono divenuti una sorta di Bibbia del pop. Un film (un personaggio pubblico, una trasmissione televisiva, un evento mediatico…) non può dirsi riuscito e celebre se non viene citato nel cartone animato, che ne legittima lo status di culto (culto popolare, si intende). Puntata dopo puntata i Simpson sdoganano l’intera filmografia di Kubrick, così come Il Padrino, King Kong, Rashomon giusto per citare quelli visti più di recente. Allo stesso modo, la forma-Simpson sa adattarsi ad altri format di cui si fa parodia: nasce così la puntata 21 della stagione 18, basata su e strutturata come la miniserie 24 con Kiefer Sutherland, con tanto di trama spionistica e split screen a tre e quattro schermi (curiosamente, in questo i Simpson arrivano solo secondi, dopo che anche South Park si è cimentato nella parodia con ottimi risultati).
Per i Simpson, dunque, misurarsi col grande schermo significa innanzitutto misurarsi con una forma, quella del lungometraggio, che offre nuove sfide tecniche e di scrittura che i Simpson affrontano non imitandole, ma fagocitandole. Il film viene dunque costruito come un episodio ipertrofico, rispettando l’abituale meccanismo ‘televisivo’ (per una volta, non consideriamo denigratorio questo aggettivo): un prologo apparentemente avulso dalla vicenda principale dà il via alle danze, e la miccia innesca un ordigno che ad una sola e potente deflagrazione preferisce decine di urticanti micro-esplosioni. Prende così vita la vicenda che vede Homer incaricato di salvare il futuro di Springfield: per via dell’intollerabile tasso di inquinamento, la cittadina viene infatti sigillata in una campana di vetro che sancisce la divisione degli spazi. Il «dentro», ossia Springfield stessa, rappresenta il microcosmo della puntata televisiva, mentre il «fuori», ossia il resto del mondo (che per Homer è l’Alaska: alla faccia della sineddoche!) rappresenta le più vaste possibilità offerte dal cinema. Marge, con l’intelligenza materna che le è propria, è la prima ad intuire che è vitale per Springfield, e quindi per i Simpson, restare «dentro» la volta e combatterne dall’interno le ristrettezze, facendo dunque di Springfield un film, e non un film su Springfield. Le istanze metafilmiche non si fermano qui: all’inizio del film, la famiglia Simpson si reca al cinema per vedere il film di Grattachecca e Fichetto, e i loro commenti sulla versione cinematografica del cartoon iperviolento che sono abituati a vedere in TV anticipano e neutralizzano quelli dello spettatore che guarda I Simpson – Il film. Non si tratta di fasciarsi la testa prima di romperla, ma di rompersela da sé prima che lo faccia qualcun altro, o prima che ci sia il bisogno di ricorrere alle bende dell’ipocrisia.
Il formato panoramico (passare dal «quadrato» televisivo al widescreen è un’arditezza tecnica, ed in un certo senso anche linguistica, da capogiro) permette di sperimentare nuove visioni: il grande schermo apre alle scene di massa, alle carrellate più vorticose (si veda quella ormai mitica che pone al centro dello schermo le pudenda di Bart), agli orizzonti più inediti (imperdibile il «doppio ingresso» in Alaska, dapprima solo un poster «spalmato» sul parabrezza e poi un abbacinante landscape). Ciò che rende straordinario questo rischiosissimo passaggio dei Simpson su grande schermo è l’idea, rivelatasi vincente, di non rinunciare allo spirito fondante della serie TV, potenziandone semmai gli elementi in virtù della nuova tecnica. Le battute e i vezzi dei singoli personaggi (ne appaiono molti, ma non tutti: il film infatti non vuole e non deve essere il catalogo di tutto ciò che si è visto nel corso degli anni su piccolo schermo), le apparizioni di testimonial famosi (i Green Day e Tom Hanks), parodie e citazioni dell’immaginario cinematografico, piccole sfide al pudore dei benpensanti… Tutto torna e a nulla si rinuncia: si tratta, in fondo, di allestire lo stesso spettacolo per un pubblico più vasto, senza cedere alle lusinghe e senza badare alle aspettative. Il cinema, in fondo, è sempre uguale a se stesso: ce lo dimostra Homer che, con pochi ritocchi e qualche gioco linguistico, trasforma un maiale prima in Spider-Pork e poi in Harry Plopper. E visti i risultati qualitativamente eccellenti ottenuti dal piccolo schermo grazie a miniserie come Lost, 24, Prison Break e affini, forse è giunto il momento di dare a «quelli che il cinema» qualche lezione di tiii-viii. D’oh!
Titolo originale: The Simpsons movie
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Animazione
Durata: 87′
Regia: David Silverman
Sito ufficiale: www.simpsonsmovie.com
Sito italiano: www.isimpsonilfilm.it
Cast (voci): Dan Castellaneta, Julie Kavner, Nancy Cartwright, Yeardley Smith, Hank Azaria, Harry Shearer
Produzione: 20th Century Fox, Film Roman Productions, Gracie Films
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 14 Settembre 2007 (cinema)