L’investimento degli Industriali veneti sui giovani, la loro scommessa sulla capacità dei ragazzi di trovare nella cultura, ora e sempre, un ideale, un fine per la vita: in poche parole, il Campiello Giovani. Nel libretto edito da Marsilio vengono presentati i cinque racconti che si sono contesi la vittoria quest’anno.
Il Premio letterario Campiello, la cui prima edizione si svolse nel 1963 a seguito di una (felice) intuizione degli Industriali del Veneto, ha visto la nascita, a metà degli anni ’90, di un nuovo riconoscimento: il concorso Campiello Giovani, istituito con lo scopo di incentivare l’amore per la scrittura nei ragazzi tra i 15 e i 22 anni e di permettere loro di trovare una strada tramite la quale esprimersi. Giunto alla XIII edizione, nel corso del tempo il Campiello Giovani è stato in grado di affermarsi come uno dei più importanti premi letterari per ragazzi, arrivando ad estendere sempre di più i suoi confini: infatti, se le prime edizioni erano limitate al solo Veneto, oggi possono partecipare racconti provenienti da tutta Europa, purché scritti in lingua italiana e anzi, proprio ad uno di questi testi va un riconoscimento quale miglior racconto straniero. Si tratta dunque di un piccolo progetto che, nell’arco di poco più di un decennio, è riuscito ad imporsi come una realtà consolidata, visto che ormai ogni anno vengono presentati più di trecento racconti. Quindi, attraverso due scremature successive, si scende a venticinque e infine a cinque, quelli raccolti nel libro, tra i quali è stato scelto, il 30 agosto a Venezia, il vincitore.
In Tra le nebbie di Venezia di Nicolò Bazza, uno studente universitario ha modo di dialogare con due personaggi molto speciali, due protagonisti di romanzi mai finiti. Certi cani randagi di Michela Monferrini racconta la storia di un bambino ritardato, Totò, il quale riesce a costruirsi un mondo tutto suo e, quando il padre non torna più a casa, parte alla sua ricerca. Muri sottili di Mattia Nicchio (il vincitore dell’edizione di quest’anno) è la storia di un pensionato, Aldo, costretto a confrontarsi con la morte della figlia in un incidente d’auto, con la scoperta di un importante segreto e con la volontà di continuare a vivere, nonostante tutto. Sant’Ilario, al di sotto del 40° di Alessandro Rosanò è ambientato in una Calabria che è al tempo stesso antica e moderna, idilliaca e violenta, dove un giornalista cercherà la verità, sulla sua regione e soprattutto su se stesso. Torno subito di Francesca Santucci racconta la storia di una bambina, Luce, abbandonata dalla madre in un orfanotrofio, nel quale potrà scoprire un nuovo affetto materno e una nuova speranza. E appunto, presente in tutti e cinque i racconti è la ricerca di una speranza nella vita che a seconda dei casi può essere trovata nella cultura e soprattutto nella scrittura (Tra le nebbie di Venezia), negli altri, visti come persone da aiutare (Muri sottili) o come fonti d’aiuto e d’affetto (Torno subito), in se stessi, quali soggetti in grado di confrontarsi con la realtà e comprenderla o perché si sceglie di affrontarla di petto (Sant’Ilario, al di sotto del 40°) o perché si arriva a concepirla in maniera diversa, a plasmarla a propria immagine e somiglianza (Certi cani randagi).
Autori vari, I ragazzi del campiello, ed. Marsilio, 2008, 132 pagine,13 €.