Nella splendida cornice del Castello di Serravalle a Vittorio Veneto, Vasco Mirandola ha presentato la riduzione scenica del romanzo di Hasek.
Schweik è un allevatore e mercante di cani, riformato per reumatismi ed idiozia. La sua vita procede in tranquillità, caratterizzata dai pochi affari che porta a termine e dai momenti di ozio alla bettola del paese. Proprio in questa locanda viene accusato di alto tradimento dopo aver fornito strampalate interpretazioni riguardo all’attentato di Sarajevo; successivamente viene trascinato in Questura, dove ingenuamente confessa il crimine per accontentare i suoi inquisitori. Portato in manicomio, Schweik diventa protagonista di numerose e divertenti peripezie che finiscono per metterlo nei guai; per riparare alle situazioni spiacevoli che ha involontariamente creato, il protagonista estrae un documento testimoniante la sua idiozia che dovrebbe spiegare gli stravaganti comportamenti avvenuti. Però, in seguito agli innumerevoli ricorsi all’attestato, i responsabili dell’istituto lo dichiarano un simulatore, espellendolo dal manicomio. Da questo momento il protagonista viene spedito al fronte, dove si susseguono ancor più frequentemente avventure umoristiche, che delineano il personaggio principale come caratterizzato da una candida ingenuità e da atteggiamenti bizzarri.
La dichiarata idiozia permette a Schweik di risolvere questioni complicate e, addirittura, a rimanere per un certo periodo lontano dai campi di battaglia; fingersi idioti è una garanzia, in particolar modo quando si combatte “nella più grande cretinata della storia”.
Questa caratteristica del protagonista, oltre ad invitare al confronto tra la presunta stoltezza del personaggio e quella attribuita alla guerra, conferisce un’arma comica travolgente, in quanto si assiste ad un serie di malintesi e gag facenti perno proprio sull’ostentata stupidità di Schweik.
Roberto Cuppone, curatore della riduzione scenica, ha focalizzato l’attenzione sui primi capitoli del romanzo e sulle riflessioni conclusive che l’autore ha lasciato al lettore; la narrazione avviene in modo episodico tramite il costante susseguirsi di scene comiche, che assumono una connotazione grottesca se paragonati agli orrori della guerra che fungono da sfondo all’opera.
La lucidità stilistica del romanzo permette a Vasco Mirandola una lettura chiara e mai pesante, perfetta per la comprensione della storia e per goderne appieno il lato umoristico.
Il buon soldato Schweik può essere considerata un’opera antimilitaristica e proprio nell’inserimento in questa categoria si comprende l’originalità del lavoro di Hasek: il rifiuto verso il conflitto bellico non è manifestato con la descrizione delle infamie della guerra ma attraverso una satira pungente rivolta alla totalità delle istituzioni, comprese quelle non direttamente implicate nelle strategie ma che non ne hanno ostacolato lo svolgimento.
La lettura di Mirandola è accompagnata dalla partecipazione di due valenti musicisti, Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini, che, oltre a cimentarsi con diversi strumenti, hanno impreziosito la rappresentazione inserendo simpatici siparietti assieme all’attore recitante.
Oltre a questo accompagnamento musicale lo spettacolo si avvale anche di un supporto visivo: su una delle mura del Castello di Serravalle vengono infatti proiettate le illustrazioni di Josef Lada, amico e collaboratore di Hasek.
La componente visiva e quella musicale contribuiscono a rendere più scorrevole e coinvolgente la recitazione di Mirandola, il quale, con cambi di tono e un’animata immedesimazione, è riuscito a trasmettere la vivacità e il pungente lato polemico presenti nel romanzo di Hasek.
Il buon soldato Schweik di Jeroslav Hasek
Riduzione scenica: Roberto Cuppone
Attore: Vasco Mirandola
Musicisti: Giorgio Gobbo (chitarra) e Sergio Marchesini (fisarmonica)
www.serravalle.it
www.omonero.it