amore e assoluto si intrecciano per dare vita ad un racconto che oscilla tra arte e realtà
La penna di Balzac, maestro del romanzo realista, si esprime con la sua caratteristica chiarezza anche in questo breve testo, la cui stesura impegnò l’autore per ben sei anni. La bella Parigi del seicento, teatro della vicenda, viene trascurata per lasciare spazio alle vicissitudini dei protagonisti, un terzetto di artisti arricchito dalla presenza dell’ “anima bella” di Gillette, fidanzata di Poussin.
Poussin, giovane artista in cerca di fortuna, giunge alla casa del vecchio Porbus per avere accesso all’arte che il maestro esprime sapientemente; qui incontra Frenhofer, vegliardo artista maestro dello stesso Porbus, che ritiene che tutta l’arte espressa fino a quel momento sia soltanto una copia della natura e non ne sia, invece, impregnata.
“Guarda la tua santa, Porbus: a prima vista può sembrare ammirevole, ma alla seconda occhiata ci si accorge che è incollata sul fondo della tela”
Le vicende attraversano il mondo dell’arte, osservato attraverso la concezione di Frenhofer, e del suo unico scopo, esprimere l’assoluto. “Scenderò come Orfeo nell’inferno dell’arte per riportarne sulla terra la vita!” è la missione impossibile che si è prefissato, seguendo ad ogni costo il desiderio di donare la vita alla sua opera.
L’amore non è secondario in questa ardente stesura, infatti il legame che unisce Poussin e Gillette si snoda parallelamente a quello tra Frenhofer e l’arte; Balzac non risparmia preziosismi che l’hanno reso uno dei più celebri autori di sempre, in grado di infiammare qualunque situazione nell’arco di poche righe.
“Butta via i miei pennelli, brucia i miei schizzi! Ho sbagliato: la mia vocazione è amarti”
Il piacere della lettura legato al piacere dell’arte, vissuta anche nelle sue forme più esasperate, impregnano ogni singola pagina di questo “capolavoro” firmato Balzac.
Un racconto orchestrato magistralmente, che si addentra nel complesso rapporto tra arte e realtà attraverso la “seconda occhiata” di Frenhofer, la sua ricerca dell’inafferrabile, del rendere vive le figure, in una continua, ossessiva, tormentata, inevitabile ricerca dell’assoluto.
Honoré De Balzac, Il capolavoro sconociuto, BUR, 2002, pp. 214, € 9.50.