“IL SIERO DELLA VANITA'” di Alex Infascelli

La realtà trasformata in uno show

E’ la storia di un’ intera società che non è in grado di scindere l’apparenza televisiva dalla realtà

Un inizio inaspettato e sconvolgente, gli elementi di un thriller sembrano essere già tutti presenti sulla scena solo dopo poche inquadrature.
E invece no.

Perché nel corso del film si scopre che si tratta di un mix di generi, impossibile darne una definizione univoca:un po’ giallo e un po’ horror, un po’ dramma e un po’ soap.

Infascelli ci abitua fin da subito, nel corso di una operazione di polizia, a scene di straordinaria violenza, in cui viene coinvolta anche Lucia (Margherita Buy), ispettrice di polizia, che in seguito a questo evento deciderà di lasciare il lavoro.

Con un salto temporale, ci ritroviamo due anni dopo e lo spettatore entra subito in relazione con lo show, con la finzione.
Lo show in questione è quello di Sonia Norton (Francesca Neri), e il jingle che lo accompagna è, in contrapposizione allo spirito del film, allegro e giocoso.

Durante lo svolgersi della vicenda lo si sente numerose volte ed è seguito da un’ idea di inopportunità.
E quando, uno ad uno, scompaiono alcuni tra i più noti personaggi del mondo dello spettacolo, i media si affrettano a diffondere la notizia e gli inquirenti annaspano.

Sonia Norton lo definisce “un attacco senza precedenti al cuore della nazione”, terminologia che ricorda ben altri momenti.
Lucia si occupa del caso e le viene affiancato un ex collega, Franco Berardi (Valerio Mastandrea), i due si accorgono immediatamente di qual è la pista da seguire.

Il siero della vanità racconta di un mondo naufragato nella freddezza delle sue stesse luci al neon, un mondo in cui i vip che lo popolano sono pieni solo di impersonalità, un mondo dove l’apparenza è l’essenza della vita.

Spesso le immagini non sono ben definite, sfocate o a intermittenza, a tratti è quasi difficile percepire quale sia la scena.
La colonna sonora, composta in gran parte da rumori, gioca un ruolo fondamentale.
E’ un film in cui capita spesso di trovarsi faccia a faccia con la musica più che con le parole, a testimonianza del fatto che in alcuni momenti sono davvero inutili.

La telecamera è sempre molto vicina ai personaggi, frequenti primi e primissimi piani e molto rari,invece, i campi lunghi.
Grazie a questo tipo di inquadrature lo spettatore è quasi costretto ad “entrare dentro” la narrazione, simbolo dell’incapacità di allontanarsi dallo show del mondo televisivo dell’apparenza.

Infascelli ha introdotto molti spunti di riflessione, probabilmente non tutti adeguatamente sviluppati, nel finale si ha quasi l’impressione che manchi qualcosa, che ciò che si è tentato di raccontare e si è preso in considerazione, forse non è abbastanza

Titolo: Il siero della vanità
Nazione: Italia
Anno: 2004
Regia: Alex Infascelli
Durata: 92 minuti
Interpreti: Margherita Buy, Valerio Mastandrea, Francesca Neri, Barbora Bobulova
Sito ufficiale: www.ilsierodellavanita.com