“IL SOLISTA” di Joe Wright

Una seconda chance per due

L’incontro tra Steve Lopez (Robert Downey jr.), giornalista disilluso, e Nathaniel Ayers (Jamie Foxx), homeless, schizofrenico dal grande talento musicale, nasconde per entrambi una possibilità di cambiamento. Per l’homeless l’opportunità di tornare a studiare musica, la stabilità di una casa e nuove relazioni sociali. Per il giornalista la possibilità di dare un nuovo significato alla sua vita e al suo lavoro, superando cinismo e indifferenza.

Il solista unisce spunti diversi, che riportano alla memoria vari film. Anzitutto, i film legati al pathos e al sentimento che nascono dalla musica e al potere che questa ha di trasformare le persone (visto che c’entra la malattia mentale, è Shine il primo titolo che torna alla memoria). E poi i film sulla “seconda possibilità”, filone abbastanza nutrito nel cinema americano (un esempio recente: Crazy heart). Nello specifico, può tornare alla memoria anche La ricerca della felicità, visto che entrambi raccontano il percorso (vero) di risalita di un uomo diventato homeless e che entrambi possono essere visti anche una riflessione sull’America – la visione del film di Muccino era, per certi versi, più individualista (nel film di Wright, malgrado il titolo parli di “solista”, l’enfasi, più che sulla forza del singolo, è sull’aiuto reciproco).

Il solista è un film edificante, un film che esplicitamente si propone di lanciare un messaggio: la riscoperta dell’amicizia, della solidarietà, della capacità di sentire le sofferenze altrui (sullo sfondo, la Tv manda le immagini dell’uragano Katrina, evento paradigmatico che porta l’America a riflettere sui fondamenti del legame sociale, su ciò che accomuna gli individui che appartengono a una società). Una società divenuta “liquida” (per usare l’espressione del sociologo Zygmut Bauman) ha bisogno di riscoprire questi valori: si può sintetizzare così il “messaggio” di questo film (che è scritto da Susannah Grant, già autrice di Erin Broncovich).

Malgrado l’ispirazione a una storia vera, l’aggancio a problemi sociali e gli accenni (generici) di “denuncia” (i politici che promettono di occuparsi di degrado e disagio sociale, e poi si limitano a fare retate nei quartieri caldi; le ironie sul governatore della California Schwarzenegger), Il solista è però un film che vive nel territorio delle fiabe (se a un certo punto comparisse, che so?, un angelo alla Frank Capra, non ci si stupirebbe più di tanto…) e che è costruito con materiali provenienti da un consolidato, e ben riconoscibile, repertorio cinematografico di situazioni narrative e di stilemi visivi (il giornalista disilluso, i piani sequenza tra i corridoi della redazione giornalistica, ecc.).

Il risultato che emerge da questo approccio è un lavoro dotato di buon ritmo, sostenuto da interpreti in forma (Downey soprattutto) e con una regia abile. Ma (oltre a cadere in qualche eccesso di “pittoresco” nel ritratto degli homeless e in qualche momento “didascalico” di troppo nell’evidenziare con troppa insistenza la specularità tra i due protagonisti) Il solista si rivela un film che non riesce a dire qualcosa di profondo sui temi abbordati e che non riesce ad emozionare davvero. Insomma, un film hollywoodiano di buona fattura professionale, che si può guardare piacevolmente ma che si dimentica quasi subito.

Titolo originale: The Soloist
Nazione: U.S.A., Regno Unito, Francia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 109’
Regia: Joe Wright
Sito ufficiale: www.soloistmovie.com
Cast: Robert Downey Jr., Jamie Foxx, Catherine Keener, Tom Hollander, Stephen Root, Justin Martin, Rachael Harris, Robyn Jean Springer, Lisa Gay Hamilton, Angela Featherstone
Produzione: DreamWorks SKG, Krasnoff Foster Productions, Participant Productions, Studio Canal, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Data di uscita: 23 Luglio 2010 (cinema)